
Intanto Conte si copre a sinistra e va alle feste dei “compagni”

17 Settembre 2019
Se qualcuno un anno fa avesse pronosticato quanto successo alla politica italiana nell’ultimo mese, non gli avremmo creduto. Conte premier con Pd e M5S? E chi se lo sarebbe immaginato. Uno come lui che ha passato intere conferenze stampa a difendere le politiche salviniane su immigrazione e non solo, non potrebbe mai governare con il Pd. E invece no. La realtà ha superato l’immaginazione. Così Giuseppi – nomignolo azzeccatissimo affidatogli da Trump –, con la disinvoltura che lo contraddistingue ha dato avvio alla fase due: dai verdi ai rossi (con i gialli a reggere il cerino) senza soluzione di continuità.
Ecco perché, dopo aver rassicurato a parole chi ancora pensava al ritorno ad accordi con la Lega, ora dall’agenda del premier emergono segnali importanti in tal senso: giovedì sarà alla festa di Articolo 1 (il partito scisso dal PD in opposizione a Renzi e che ora potrebbe tornare “a casa”), domenica invece andrà a Lecce per la Giornata del Lavoro della CGIL, il cui segretario, da buon sindacalista vicino ai lavoratori si è speso per contestare Salvini su immigrazione e razzismo.
Insomma, l’obiettivo è chiaro: il fu Conte gialloverde ora vuole accreditarsi agli occhi dei compagni. Come se nulla fosse accaduto prima. Non solo. L’operazione di copertura a sinistra porta con sé anche un altro obiettivo che è quello di puntellare una buona parte della sua maggioranza, a maggior ragione ora che Matteo Renzi diventerà a tutti gli effetti un contraente del patto di governo che, al momento, conta ben cinque compagini all’attivo, tutte da tenere buonine per evitare di vacillare prima di accendere i motori dell’esecutivo.
Insomma, viene da dire che sicuramente il Conte Bis sarà il “governo della svolta”. Ma verso la Prima Repubblica. E il ritorno al proporzionale puro rende tutto ancora più retrò. Giuseppi è avvisato.