Intercettazioni. Carcere da 1 a 3 anni per chi pubblica
17 Febbraio 2009
di redazione
Dopo l’esame degli emendamenti al testo, è passata alla commissione Giustizia della Camera il ddl sulle intercettazioni. Per l’esame in Aula si deve attendere il parere delle altre commissioni sulle questioni di relativa competenza.
Tra le novità c’è il dietrofront sui giornalisti: sono infatti passati in due emendamenti, entrambi del Pdl (da Debora Bergamini e da Nino LoPresti), che introducono una nuova figura di reato, quella della pubblicazione di intercettazioni per le quali "sia stata ordinata la distruzione".
Reato (finora punito con una contravvenzione) per cui ora si prevede il carcere da 1 a 3 anni. La stessa sanzione è stabilita per la pubblicazione di intercettazioni riguardanti persone estranee alle indagini.
Per gli editori invece la pena è meno severa: coloro che violeranno il divieto di pubblicazione di atti e intercettazioni dovranno pagare una multa fino a 370mila euro. Per i giornalisti che infrangono il divieto, il provvedimento prevede l’arresto fino a 30 giorni o l’ammenda fino a 5mila euro (fino a 10mila se si tratta di intercettazioni).
Allo stesso tempo, il ddl prevede il divieto di pubblicare i nomi e le immagini dei magistrati in relazione ai processi che sono stati loro assegnati. La commissione giustizia della Camera ha approvato l’emendamento del deputato Francesco Paolo Sisto, escludendo da questo divieto la fase del dibattimento e le "situazioni che non sono scindibili dal diritto di cronaca – spiega lo stesso deputato – come per esempio può avvenire quando un pubblico ministero si reca per un sopralluogo" sulla scena di un delitto. Questa scelta vuole fare in modo che i "giudici abbiano il volto del loro provvedimento e non il contrario, che i provvedimenti abbiano il volto del giudice".
Altra novità riguarda la possibilità di fare riprese in aula durante il processo solamente con il via libera di tutte le parti.