Intercettazioni, clima teso al Senato. L’opposizione alza le barricate

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Intercettazioni, clima teso al Senato. L’opposizione alza le barricate

05 Maggio 2010

Nessuna battuta d’arresto sulle intercettazioni. A Palazzo Madama la maggioranza tira dritto, e lo fa in modo compatto. La Commissione Giustizia del Senato sta procedendo con le votazioni degli emendamenti al disegno di legge, ma il clima non sembra essere dei migliori.

Le proposte di modifica presentate dal relatore Roberto Centaro (Pdl) finora sono state tutte approvate. Eppure le votazioni, che probabilmente andranno avanti oltre la settimana, hanno subìto notevoli ritardi. La causa sta nel forte ostruzionismo del centrosinistra, più che deciso nel voler impallinare il ddl. Attimi di tensione nei corridoi di Palazzo Madama al termine della riunione quando la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro si è rivolta al presidente della Commissione Filippo Berselli e ha sbottato: "State facendo quel che vi pare". E c’è da ritenere che il clima che oggi si respirava al Senato resti tale anche nei prossimi giorni.

Ad ogni modo le novità, almeno per il momento, sono queste: in Commissione è stata rivista la parte relativa alle registrazioni fraudolente: è il cosiddetto "emendamento D’Addario". Presentando un sub-emendamento alla modifica già prevista dal relatore del ddl intercettazioni Centaro infatti, il presidente Berselli ha cambiato una sola parola, che ora dovrebbe far suonare il testo così: "chiunque senza consenso (prima si leggeva ‘fraudolentemente’) effettua riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a cui partecipa, o comunque effettuate in sua presenza, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni". Seconda importante modifica approvata dalla Commissione: nessun atto di indagine potrà essere più pubblicato fino al rinvio a giudizio della persona coinvolta.

Vietata anche la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata disposta la distruzione e quelle in cui sono coinvolte persone estranee alle indagini. Infine, le ordinanze di misure cautelari saranno pubblicabili nel contenuto "dopo che la persona sottoposta alle indagini o il suo difensore abbiano avuto conoscenza dell’ordinanza del giudice, fatta eccezione per le parti che riproducono le intercettazioni".

Quest’ultimo aspetto, in particolare, è finito sotto i riflettori. Ieri, infatti, il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che la nuova legge sulle intercettazioni vieterebbe la pubblicazione di notizie importanti, come quelle che hanno indotto alle dimissioni Claudio Scajola. L’ormai ex ministro dello Sviluppo Economico infatti, non è indagato dalla Procura di Perugia, ma è finito nel tritacarne mediatico che lo ha costretto a lasciare la guida del dicastero di via Veneto.

Chiara la posizione di Roberto Centaro in merito, che dice di comprendere le critiche avanzate da alcuni giornalisti: "Capisco, anche perchè, essendo l’attuale norma molto permissiva, la stampa ha la possibilità di spingersi molto avanti nella pubblicazione delle notizie". "Ma è evidente che – sottolinea – su casi come quello in cui è coinvolto l’ex ministro deve decidere la magistratura".

Molto decisa anche la replica di Filippo Berselli: "E’ chiaro che nel caso di Scajola c’è stata una fuga di notizie. Ma non stiamo parlando di una difesa politica. Io credo che sia da censurare il comportamento di chi fa uscire notizie che gettano ombre su persone che non sono nemmeno indagate. Questo non è un atteggiamento da paese civile, ma solo un atteggiamento forcaiolo". Poi incalza: "Non si può dire  che con questa legge non sarebbe esploso il caso. E’ un fatto positivo gettare fango su persone che non sono indagate?".

Secondo Berselli, il vero problema sta nella necessità, da parte del Parlamento, di trovare un punto d’equilibrio fra libertà di cronaca e diritto alla riservatezza. "Le opposizioni stanno facendo un muro contro muro soltanto per far abbassare il tiro del provvedimento. Loro sostengono la libertà di stampa, ma in realtà sono per la libertà di intercettare chiunque".