Intercettazioni: Di Pietro vota contro ma non si dimette
04 Luglio 2007
di redazione
“Non ho minacciato le dimissioni, non cominciamo a fare i telefilm. Possibile che ogni volta che Di Pietro fa capire che qualcosa non va, se ne deve andare? Se ne vadano quelli che fanno le cose fatte male!’. Così Antonio Di Pietro, nel corso di un’intervista a “RaiUtile”, a proposito del Ddl sulle intercettazioni.
“Voterò contro il provvedimento sulle intercettazioni, se poi passa non è colpa mia, mica li posso menare! “, ha aggiunto. “Il problema è che il Ddl interessa molti deputati di destra e di sinistra, che se ne fregano dei rispettivi schieramenti. C’è un’altra maggioranza in Parlamento, quasi plebiscitaria: tutto ciò che tocca i parlamentari lo votano e lo fanno passare per tutelarsi, mentre quello che riguarda i poveri cristi votano per azzopparlo”.
“Mi ribello -ha proseguito Di Pietro- ma non me ne vado via, altrimenti andrei a finire nel centrodestra. E sarebbe come passare dalla padella alla brace, perche’ il provvedimento sulle intercettazioni lo stanno sostenendo sia la maggioranza che l’opposizione. Poi si va a finire che, oltre ai giornalisti che non possono informare e ai giudici che non possono indagare, se ne devono andare anche i politici che non devono rompere e far sapere cosa accade ai cittadini: mi pare un po’ troppo per uno stato democratico”.
Secondo il ministro, rispetto alle intercettazioni “la questione è: non si vuole far sapere ai cittadini perché i potenti o i politici commettono reati o non si vuole che questi potenti commettano illeciti senza che nessuno lo sappia? Se predicano bene e razzolano male -ha concluso Di Pietro- se i cittadini vengono a saperlo e la magistratura indaga, mi pare sia una cosa buona e non cattiva”.