Intercettazioni, la Giunta salva D’Alema e molla Fassino

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Intercettazioni, la Giunta salva D’Alema e molla Fassino

26 Settembre 2007

Massimo D’Alema si salva. Gli
atti su Unipol che lo riguardano, cioè le telefonate in cui diceva a Consorte
“facci sognare”, dovranno andare all’europarlamento perché le
intercettazioni possano essere utilizzate.

Piero Fassino e  l’azzurro Salvatore Cicu invece dovranno
farsene una ragione: i loro colloqui con Consorte e gli altri indagati della
scalata  alla Bnl potranno essere
utilizzati anche come prova per successive incriminazioni per concorso in aggiotaggio
e insieder trading. Oggi pomeriggio alle 17, dopo mesi di interminabili
discussioni, la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei
deputati è finalmente arrivata a una prima decisione: per il ministro degli
Esteri si sono dichiarati incompetenti, per Fassino e Cicu, no. Alla fine il
giochetto di rimandare tutto l’incartamento alla Forleo, che sembrava la logica
conclusione del tutto solo la settimana scorsa, non è passato perché in giunta
si è messo di traverso il commissario Federico Palomba dell’Italia dei valori,
minacciando sfracelli per conto di Di Pietro. Così alla fine il coniglio dal
cilindro tirato fuori da qualche anonimo e solerte funzionario della giunta lo
scorso mercoledì non ha avuto l’effetto di trascinamento previsto. E se D’Alema
può tirare un ampio respiro di sollievo, Fassino e Cicu già dai prossimi giorni
potrebbero dovere avere a che fare con carta bollata, avvocati e avvisi di
garanzia.

L’organismo di  Montecitorio si era già riunito alle 9
di mattina per un’ora, poi, dopo una sosta è tornato in conclave alle 14,15.
Nella seduta di questa mattina era 
intervenuto Elias Vacca, relatore per la posizione del ministro degli
Esteri. Praticamente alle 14 però era già tutto deciso, ma in giunta sono
saltati fuori i garantisti di entrambi gli schieramenti e c’è stato un braccio
di ferro tra chi voleva ridare alla Forleo tutto o solo il fascicolo di
D’Alema. Alla fine per ragioni di immagine, o di casta, ha prevalso questa
seconda linea e adesso già oggi la Camera potrebbe decidere se avallare o meno
questa scelta.

Un particolare
curioso che però rivela come ormai il mondo dell’ “informazione fai da
te” superi in tempismo quello del giornalismo: due giorni fa su un blog
della piattaforma “fainotizia” di radioradicale.it era apparso il
post di uno che si fa chiamare “lineagotica” che anticipava il cambio
di strategia della giunta e che diceva di averlo saputo a un festival dell’
Unità a San Piero in Bagno.

Più
precisamente dall’onorevole dell’Ulivo Sandro Brandolini che avrebbe anticipato
al blogger le intenzioni della giunta di concedere le autorizzazioni per le
telefonate in cui è coinvolto Fassino ma di avere dovuto lottare non poco per
vincere le sue ovvie resistenze. Secondo l’estensore del post intitolato “Forse
autorizzano l’intercettazione relativa a D’Alema! indiscrezione ricevuta da un
Deputato dell’Ulivo” (in realtà hanno autorizzato quella per
Fassino, ndr), il deputato in questione gli avrebbe parlato di guerre intestine
al partito nel caso Unipol e di strenua resistenza del segretario dei Ds
alla tendenza oramai attuata di sacrificare lui per salvare Fassino si è
dovuto rassegnare. E domani sarà l’aula a decidere della sua futura carriera
politica. Come se non bastasse
l’incognita del Pd.