Intercettazioni, Mediaset: partono denunce per diffamazione
21 Novembre 2007
di redazione
Mediaset “ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per la pubblicazione delle intercettazioni apparse oggi su laRepubblica”. Lo comunica l’azienda.
Per Mediaset, “il fatto costituisce violazione delle norme poste a tutela della riservatezza di persone non coinvolte nelle indagini relative all’inchiesta Hdc attraverso intercettazioni irrilevanti ai fini dell’indagine stessa”.
“Il profilo diffamatorio – continua l’azienda –  è reso evidente dalla presentazione denigratoria di consultazioni tra professionisti dell’informazione che in relazione ad eventi eccezionali attinenti alla vita pubblica del Paese appaiono del tutto plausibili e legittime”.
La Rai ha aperto invece un’indagine interna sul caso delle intercettazioni telefoniche tra dirigenti di Viale Mazzini e Mediaset pubblicate oggi da Repubblica e dalle quali emerge una complicità fra i due gruppi nelle scelte riguardanti contenuti e programmazione.
“In relazione alle notizie pubblicate questa mattina su “La Repubblica” nell’articolo dal titolo “L’alleanza segreta tra Rai e Mediaset”, la Direzione Generale della Rai ha aperto un’indagine interna”, si legge in una nota dell’azienda pubblica, in cui si aggiunge che è stato dato “mandato alla Direzione Affari Legali perché l’Azienda si costituisca parte lesa al fine di poter intraprendere tutte le eventuali necessarie iniziative a tutela della Rai”.
Da parte sua Mediaset, per bocca della consigliera d’amministrazione Gina Nieri, secondo quanto conferma un portavoce del gruppo, annuncia di star predisponendo una serie di querele.
Secondo le numerose intercettazioni riportate questa mattina da Repubblica, negli anni del governo di Silvio Berlusconi Rai e Mediaset più che competere si scambiavano informazioni sui palinsesti, concordavano le strategie informative nel caso dei grandi eventi della cronaca, orchestravano i resoconti della politica.
Il quadro emerge dalle intercettazioni telefoniche – realizzate tra la fine del 2004 e la primavera del 2005 – allegate all’inchiesta sul fallimento della “Hdc”, la holding dell’ex sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi.
E in particolare dai resoconti, redatti dalla Guardia di Finanza, delle conversazioni telefoniche di Debora Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi e, all’epoca, dirigente della Rai, e di Niccolò Querci, anche lui ex assistente di Berlusconi e, all’epoca, numero tre delle televisioni Mediaset.
Ma nella “ragnatela” sarebbero coinvolti, dice Repubblica, tutti i principali attori dell’informazione dei due gruppi, che “collaboravano” per dare all’informazione il senso di volta in volta più conveniente: dai direttori di Tg1 e Tg5 (all’epoca Clemente J. Mimun e Carlo Rossella) al direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce, a Bruno Vespa, al numero uno della comunicazione Mediaset Mauro Crippa.