Intercettazioni, Renzi: sentenze si fanno nei tribunali. Pd scopre circo mediatico-giudiziario

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Intercettazioni, Renzi: sentenze si fanno nei tribunali. Pd scopre circo mediatico-giudiziario

10 Aprile 2016

“Noi vogliamo dare ai magistrati tutto il nostro sostegno,” dice Matteo Renzi parlando ai giovani del Pd, “siamo dalla vostra parte”, aggiunge il premier, che però puntualizza “le sentenze si fanno nei tribunali”. Durante l’ntervento alla scuola politica piddina, Renzi se l’è presa con “un giornale che pesca in un anno e mezzo di intercettazioni spesso con dinamiche familiari con un linguaggio gergale, che evoca chissà cosa all’opinione pubblica, ma chissà cosa è”.

Insomma, Renzi e il Pd scoprono quanto può essere duro e ingiusto il regime mediatico-giudiziario fondato sulle interecettazioni, eppure proprio il Partito Democratico, ora guidato da Renzi, in passato fu la forza politica che si oppose a una regolamentazione del regime delle intercettazioni, per impedire che al di là del sacrosanto lavoro della magistratura non si eccedesse in abusi ai danni di indaganti e non.

“La verità è che il premier ha perso lo smalto del rottamatore e dell’innovatore,” attacca il senatore Gasparri di Forza Italia, “il suo esecutivo è sempre più invischiato in questioni dubbie legate agli affari, dal caso Banca Etruria alla vicenda Total Basilicata, che evidentemente gli suscitano qualche nervosismo”. “Dopo essere illegalmente arrivati al potere solo grazie alle conseguenze dell’uso politico della giustizia, ora Renzi e i capetti del Pd, presi con le mani nel sacco, strepitano contro magistrati e intercettazioni. Hanno boicottato ogni giusta legge da noi proposta per evitare abusi e processi mediatici a colpi di intercettazioni illegali e ora piangono”, aggiunge Gasparri.

“La politica non è una cosa sporca,” ha detto ieri Renzi ai giovani del Pd, “ma una cosa bella e non accetteremo mai di rendere la politica subalterna a niente e nessuno”. “Non siate mai subalterni né offensivi, la magistratura non si accusa, si rispetta chiedendo alla magistratura di occuparsi del potere giudiziario sul quale noi non mettiamo bocca così come la magistratura non entra nel processo legislativo. Sarebbe una clamororsa invasione di campo se il governo intervenisse sul potere giudiziario o se la magistratura pensasse di discutere su come funziona il processo legislativo”. Ci vuole “la spina dorsale dritta”. “Noi siamo fieri e orgogliosi di lavorare con i magistrati e facciamo tifo per la giustizia”.