Internet da solo non basta per frenare il fenomeno delle “madri bambine”

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Internet da solo non basta per frenare il fenomeno delle “madri bambine”

11 Novembre 2010

La notizia è di pochi giorni fa: lei appena 13 anni, lui 16 e sono diventati genitori. La vicenda non sembra essere stata vissuta come un incidente o un problema, almeno così raccontano. Non è così per tante altre adolescenti che si ritrovano a diventare mamme.

Il fenomeno delle piccole mamme in Italia non è così eclatante come per l’America dove ogni anno 745 mila ragazzine restano incinte. Anche Bristol Palin, figlia di Sarah, l’ex governatrice dell’Alaska, è stata protagonista di uno spot per sensibilizzare le teenager sulla gravidanza giovanile essendo lei stessa diventata mamma a 18 anni. La Palin invita le sue coetanee ad usare la testa: non c’è fretta per avere bambini! Bristol spiega quanto nonostante le possibilità e gli aiuti che lei ha potuto avere, essere mamma così giovane non è stata una esperienza facile e da raccomandare.

In Italia le regioni dove il fenomeno sembra essere più presente  sono la Sicilia, la Campania e la Puglia. Ma anche se da noi il tema non è ancora così sentito il problema delle gravidanze precoci comincia a farci capire come sia assente l’informazione e l’attenzione verso queste tematiche.

Le mamme ragazzine sono in aumento (da 9.525 nel 2006 a 9.583 nel 2007, dati Istat) e, ancora oggi, per una giovane su tre “la prima volta” è purtroppo senza precauzioni. Diventare mamme da piccole significa molte cose. Dal punto di vista fisico, psicologico e sociale la vita di queste bambine è segnata pesantemente. Molte di loro non sposano chi l’ha messe incinta, non finiscono gli studi, non sviluppano un senso materno adeguato e non reggono lo stress fisico e psicologico che una maternità comporta anche se desiderata e nell’età giusta. Si finisce con l’essere prigioniere di una vita che non si immaginava e non si voleva realmente. I figli divengono della famiglia e questo porta con sé molti problemi logistici e affettivi. I nonni devono fare i genitori e la mamma reale è stritolata in ruoli che non le si confanno per età.

Finisce la preadolescenza o l’adolescenza . Non si è più né piccoli né grandi e si inizia a vivere in un “non luogo” affettivo e relazionale che crea disagio e sofferenza ma soprattutto molta solitudine nella giovane mamma. Lontana dalle coetanee non appartiene nemmeno al mondo dei grandi; deve vivere responsabilità, sensazioni e concetti che non essendo in grado di cogliere le procureranno sofferenza e frustrazione.

Ma perché accade ancora oggi la gravidanza in giovane età? Oggi che sembra esserci una grande informazione di tutto e su tutto come è possibile che i ragazzi si ritrovano ad essere genitori nella preadolescenza? In realtà, se si fa un giro su Internet e si leggono le domande che i ragazzi mettono in rete, si capisce quanto siamo lontani dall’avere ragazzi informati e consapevoli. Si rimane basiti per le domande che fanno, si intuisce una grande solitudine e molta ignoranza rispetto a informazioni che forse molti genitori danno per scontate. Si scopre leggendo le domande dei giovani, tutta la loro paura, accompagnata da dubbi e dal  terrore del giudizio con il timore di non essere riconosciuti dal gruppo.

E’ chiaro che anche gli adolescenti di ieri avevano dubbi ignoranze e perplessità, ma sicuramente non subivano la pressione dei media, che con immagini e informazioni fanno sentire i ragazzi inadeguati e sempre sotto giudizio, anche per le performance sessuali. Prima questi contenuti erano intimi e rimanevano in una sfera protetta. Si raccontavano agli amici del cuore. Oggi c’è la rete a cui rendere conto e nulla rimane nella sfera dell’intimo e dell’indicibile. Inoltre, la possibilità di mettere in rete ha decisamente cambiato il rapporto con l’esterno. Se oggi finiscono a fotografarsi nudi e a mettere questi contenuti su Internet non bisogna gridare al mostro sono solo cambiati i mezzi che permettono amplificazioni aberranti di sciocchezze che forse a quell’età si sono sempre fatte.

Gli adolescenti interrogano il web perché non possono chiedere ad altri. I genitori spesso glissano o fanno prediche terrorizzanti ed evasive, che non danno né informazione tecnica né consapevolezza rispetto a ciò che provano e vivono i loro figli. Nella scuola non si può parlare di educazione sessuale senza scatenare polemiche. Se si vuole dare un aiuto ai ragazzi si deve passare per il web mettendo siti dove i ragazzi possono trovare risposte alle loro domande. Un lavoro di prevenzione e divulgazione li può aiutare a sapersi proteggere da gravidanze precoci. Può essere un primo passo, si possono raggiungere almeno quei ragazzi che sicuramente non andranno nei consultori , né chiederanno ai genitori.

E’ un po’ un paradosso che in un momento in cui tutto parla di sesso i giovani sono sempre meno informati nel modo giusto e soprattutto non trovano quelle informazioni nei luoghi deputati, primo fra tutti la famiglia.