Interrogati i 2 tunisini spediti a Milano da Guantanamo
01 Dicembre 2009
di redazione
Ha risposto alle domande del gip Guido Salvini per circa un paio d’ore Riad Nasri, il presunto terrorista islamico detenuto a Guantanamo dal 2001 ed estradato lunedì in Italia in seguito a una ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura milanese.
Come ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Roberto Novellino, il verbale, su richiesta del pm Elio Ramondini, è stato secretato. “Potrebbero esserci ulteriori interrogatori” ha detto il legale, che ha aggiunto: “Il mio assistito mi sembrava stanco, ma lucido e in condizioni fisiche buone”. Da quanto si è appreso, nel corso dell’interrogatorio il tunisino avrebbe tra l’altro raccontato di come è stato catturato in Afghanistan e consegnato agli americani per essere trasferito a Guantanamo, dove peraltro sarebbe stato sentito da autorità giudiziarie di altri paesi. Nasri non ha invece parlato del trattamento ricevuto nella base-prigione americana di Cuba. Anche questi aspetti, che pur nulla hanno a che fare con i reati contestati dalla procura di Milano, potrebbero essere approfonditi.
Il presunto terrorista è arrivato in Italia ieri insieme a Abdel Ben Mabruk. Nasri, in particolare, è accusato insieme ad altre otto persone di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altri reati aggravati dalla finalità di terrorismo, per fatti avvenuti tra il 1997 e il 2001. Il gruppo, secondo l’accusa, forniva supporto logistico ad una cellula del gruppo Salafita per la predicazione ed il combattimento, che avrebbe reclutato persone destinate al martirio nei paesi in guerra.
Ben Mabrouk Adel, l’altro detenuto di Guantanamo arrivato a Milano, è uno dei destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla magistratura milanese il 18 maggio 2005 nell’ambito di una delle tranche dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Ros, chiamata ’Bazar’. Nei confronti suoi e degli altri componenti della cellula estremista con base nel capoluogo lombardo, le accuse contestate sono terrorismo internazionale, falsificazione e ricettazione di documenti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, traffico di sostanze stupefacenti e rapina. Avrebbero fatto parte di un gruppo di integralisti islamici: le indagini hanno permesso di individuare progetti terroristici e attività di supporto, finanziamento, proselitismo e reclutamento di militanti da inviare nei campi di addestramento, principalmente di Al Ansar e in Iraq. Quando fu emessa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere Ben Mabrouk Adel non venne catturato in quanto già risultava detenuto a Guantanamo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel 2001 si era recato in Afghanistan, dove venne catturato dalle forze della coalizione.
“Il positivo esito del trasferimento, effettuato nel rispetto della cornice normativa europea definita nel giugno scorso – dice il ministero della Giustizia – suggella la stretta e positiva collaborazione sviluppatasi tra il governo degli Stati Uniti ed il governo italiano nel quadro del processo in corso di chiusura del Centro di Guantanamo disposto dal Presidente Obama con decreto presidenziale del 22 gennaio 2009”.
L’accordo raggiunto tra Italia e Stati Uniti prevedeva, secondo le notizie trapelate a suo tempo, l’arrivo nel nostro paese di tre detenuti di Guantanamo, tutti e tre tunisini. Oltre a quello di Nasri, erano circolati i nomi di Abdelkader Fezzani, indagato nello stesso procedimento e per il quale la Procura di Milano aveva chiesto l’estradizione dagli Stati Uniti, e di Abdul Bin Mohammed Ourgy, nei confronti del quale c’è un provvedimento di arresto della magistratura milanese perchè avrebbe avuto dei legami con persone dedite a reclutare volontari per l’Iraq e l’Afghanistan.