Iran, adultero lapidato. Per due giovani già decisa l’impiccagione
05 Maggio 2009
di redazione
Colpevole di adulterio e per questo lapidato. Negli ultimi due anni in Iran sono già cinque le persone giustiziate con la “tecnica” della lapidazione. E questo nonostante il capo della magistratura, l’ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, ne avesse decretato la sospensione, già dal 2002. L’ultima esecuzione inflitta con questo genere di supplizio era stata eseguita nel marzo scorso, in una città del nord dell’Iran. L’ultima vittima in ordine temporale era un uomo ed aveva trent’anni, lavorava per conto di un ufficio provinciale del ministero del Commercio. Secondo quanto si è appreso, la donna con la quale avrebbe avuto la relazione clandestina non sarebbe stata condannata a morte.
Intanto dopo Delara Darabi, la giovane pittrice impiccata lo scorso primo maggio perché ritenuta colpevole di un omicidio commesso quando aveva 17 anni, la stessa sorte toccherà ad altri due giovani condannati per delitti compiuti quando erano minorenni. Dovrebbero essere impiccati domani. Lo ha riferito all’agenzia Ansa l’avvocato che li segue, Mohammad Mostafai, uno dei legali che si è occupato anche del caso di Delara.
Proprio Mostafai ha inviato una lettera al capo della magistratura chiedendo il rinvio delle esecuzioni anche se si dice convinto che ci siano il “50 per cento di probabilità che le due impiccagioni vengano eseguite”. Amir Khaleghi, 18 anni, è stato condannato per avere ucciso due anni fa a coltellate un ragazzo nel corso di una rissa (quando cioè aveva 16 anni), mentre Amir Khaleghi ha subito la stessa condanna per un omicidio commesso con le stesse modalità quando di anni ne aveva 17.