“Il successo degli accordi sul nucleare in Iran è strettamente connesso con lo sviluppo economico del Paese, sul quale pesa l’instabilità creata nella regione del Medio Oriente dal proliferare del terrorismo, che ha tra le proprie radici il conflitto tra sciiti e sunniti,” a dirlo è Paolo Alli, Capogruppo Area Popolare (Ncd-Udc) in Commissione Affari Esteri e Vice Presidente dell’Assemblea Parlamentare Nato, nel corso del suo intervento alla Giornata di studi sull’Iran che si è svolta alla Camera dei Deputati. “Grande importanza nella negoziazione avrà il livello di vantaggio all’economia che tale accordo potrà portare a Teheran. La situazione economica iraniana è difficile, e le sanzioni sono una parte del problema, anche se numerosi altri elementi vi concorrono, tra i quali il crollo del prezzo del petrolio. A questo punto potrebbe essere decisiva, sia per il governo sia per l’opinione pubblica, la percezione del potenziale rilancio dell’economia a seguito del perfezionamento dell’accordo e del conseguente alleggerimento delle sanzioni”. “L’Italia,” sottolinea Alli, “può e deve avere un ruolo di mediazione e di grande importanza nello sviluppo degli accordi, vista la nostra grande e storica tradizione di collaborazione con l’Iran. Si tratta, ad ogni modo, di una situazione molto complessa dove i veti incrociati, di origini anche religiosa e non solo economica, rischiano di rimandare continuamente la risoluzione dei problemi in Siria e in Iraq, mantenendo l’intera Regione nella totale instabilità”.