Iran. Guardian: “Teheran dietro accordo Maliki-al Sadr per nuovo governo”
18 Ottobre 2010
di redazione
C’è l’Iran dietro l’accordo fra Nouri al Maliki e l’esponente radicale Moqtada al Sadr per la formazione del nuovo governo iracheno, un accordo che sblocca il lungo stallo seguito alle elezioni legislative dello scorso marzo.
Il Guardian di Londra rivela i retroscena del raggiungimento di tale intesa e il ruolo degli esponenti iraniani, proprio in coincidenza con l’arrivo a Teheran oggi del premier iracheno per una visita di due giorni in cui incontrerà, fra gli altri, il Presidente, Mahmoud Ahmadinejad. L’accordo è stato raggiunto, precisa il quotidiano britannico citando fonti autorevoli irachene, grazie a negoziati avviati all’inizio dello scorso settembre, subito dopo il ritiro delle ultime unità da combattimento Usa. Sono stati coinvolti per il suo raggiungimento la Siria, gli Hezbollah libanesi e le più alte autorità dell’Islam sciita.
"Gli iraniani hanno aspettato fino a quel momento. Non volevano offrire agli americani la soddisfazione di lasciare (l’Iraq, ndr) con una nota positiva (la formazione del governo iracheno, ndr)", spiega la fonte. Ed è così che pochi giorni dopo il ritiro americano, gli iraniani hanno sollecitato Sadr a riconsiderare la sua ferma opposizione ad al Maliki, e a mettere in gioco i suoi seggi al parlamento, oltre il 10 per cento del totale (325).
I contatti sono stati avviati grazie all’intervento dello storico leader spirituale del movimento di Sadr, l’Ayatollah Kazem al-Haeri. "Non avrebbe potuto dirgli di no. Poi sono intervenuti direttamente gli iraniani", precisa una delle fonti del Guardian. In seguito al Maliki ha inviato a Qom, la città iraniana in cui al Sadr è in esilio volontario, il suo capo di gabinetto, Abdul Halim al-Zuhairi.
Ai loro colloqui con Sadr hanno preso parte anche la figura di spicco degli Hezbollah, Mohamed Kawtharani, e il comandante delle brigate al Quds dei Guardiani della rivoluzione iraniani, il generale Qassem Suleimani. Nelle tre settimane successive ai colloqui di Qom, Ahmadinejad ha incontrato il presidente siriano, Bashar al Assad, con cui non parlava da 15 mesi, all’aeroporto di Damasco, tappa sulla sua rotta per New York, dove sarebbe intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’incontro durato due ore è stato cruciale per convincere Assad sull’opportunità di sostenere al Maliki. Altri due leader spirituali sciiti, il grande Ayatollah Ali Kamenei, e il leader Hezbollah Hassan Nasrallah, sarebbero infine scesi in campo con tutto il loro peso politico per sostenere l’accordo. "Maliki ha garantito loro che mai estenderà o rinnoverà la concessione di alcuna base o sito agli americani o ai britannici dopo la fine del loro mandato il prossimo anno", ha spiegato una fonte.