Iran. Impiccato Righi, capo dei ribelli sunniti Jindullah

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Iran. Impiccato Righi, capo dei ribelli sunniti Jindullah

20 Giugno 2010

Il capo dei ribelli sunniti operanti nel sud-est dell’Iran, Abdolmalek Righi, è stato impiccato oggi a Teheran, nel carcere di Evin. L’agenzia Isna riferisce che Righi, arrestato il 23 febbraio scorso, è stato condannato a morte in base alla legge islamica come "nemico di Dio" e "corrotto sulla Terra" per essere stato riconosciuto colpevole di "79 atti criminali", compresi attentati dinamitardi, omicidi, sequestri di persona e complicità con servizi segreti stranieri.

In passato le autorità di Teheran avevano accusato Righi di essere sostenuto da Usa, Gran Bretagna, Israele e Pakistan. Righi, la cui condanna a morte non era stata in precedenza resa pubblica, ha incontrato ieri le famiglie delle vittime degli attentati di Jundullah e ha chiesto la grazia, che gli è stata rifiutata, secondo quanto riferisce sempre l’Isna. E stamane alcuni congiunti delle vittime hanno assistito all’impiccagione. L’agenzia aggiunge che, prima di morire, Righi avrebbe fatto appello al gruppo sunnita perché "non continui nei suoi errori".

I membri del Jundullah sono dell’etnia dei Baluci, che rappresenta una parte importante della popolazione della provincia del Sistan-Balucistan, a cavallo del confine fra Iran e Pakistan. Essi sono inoltre di confessione sunnita, in un Paese come l’Iran dove oltre il 90% della popolazione è sciita, così come il sistema di governo. Il più grave attentato addebitato a Jundullah è quello compiuto il 18 ottobre del 2009 nella località di Pishin, dove l’esplosione di una bomba provocò oltre 40 morti, tra i quali una quindicina di membri dei Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione.