Iran, Netanyahu non si fa illusioni. Mantenere pressioni su Rohani

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Iran, Netanyahu non si fa illusioni. Mantenere pressioni su Rohani

16 Giugno 2013

Nel coretto tutto sommato rassicurante che viene da Usa e Europa sulla elezione del presidente iraniano Rohani la voce fuori dal coro è quella di Israele. "Circa i risultati elettorali in Iran, non ci facciamo illusioni", dice il premier Netanyahu, commentando la vittoria del moderato e riformista Rohani che sempre del clero sciita fa parte ed è stato uomo delle istituzioni iraniane per qualche decennio. "Le pressioni internazionali vanno mantenute", dice Netanyahu, convinto che i rischi e i pericoli rappresentati dalla teocrazia iraniana nello scenario mediorientale (e non solo) restano invariati. Ieri l’Amministrazione Obama aveva già teso la mano rilanciando i negoziati sul nucleare con l’Iran, ma Israele per bocca di Netanyahu non si fida, ben sapendo che Rohani è stato forse l’unico chierico-negoziatore nella storia dei controversi rapporti tra Iran e AIEA. Il nuovo presidente iraniano fino al 2005 era l’uomo del dialogo e della trasparenza con l’agenzia atomica, la sua missione è stata quella di legittimare la scelta nucleare iraniana di fronte alla comunità internazionale, accettando, tra le altre cose, le ispezioni (cosa che fece andare in bestia i "falchi" legati a Khamenei ed Ahmadinejad. In un certo senso, è grazie alle capacità di grande mediatore di Rohani, lo "sceicco-diplomatico" come lo chiamano i media persiani, se l’Iran è andato avanti nel suo programma nucleare dopo essere stato scoperto con le mani nella marmellata. Mentre Usa ed Europa dormono, rallegrandosi, Israele tiene alta la guardia.