Iran: pena di morte per sposa bambina. E le scacchiste difendono hijab

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Iran: pena di morte per sposa bambina. E le scacchiste difendono hijab

13 Ottobre 2016

Dopo i dati drammatici sulle spose bambine diffuse dagli organismi internazionali, si apprende che una giovane ragazza rischia di essere giustiziata in Iran per l’omicidio del marito, dopo avere avuto un bambino nato morto durante la detenzione. 

Amnesty International ha fatto sapere che Zeinab Sekaanvand Lokran, 22 anni, “rischia di essere giustiziata dopo un ingiusto processo in cui è stata condannata per l’omicidio del marito. Aveva 17 anni quando venne commesso il reato e potrebbe essere giustiziata già il 13 ottobre”. 

Quando venne condannata a morte Zeinab aspettava un bambino da un compagno di detenzione e la legge iraniana vieta di giustiziare le donne in stato di gravidanza. Secondo quanto riportato dalla Bbc, i medici hanno detto che il bambino è morto nel grembo della donna due giorni prima che lo desse alla luce a causa dello shock per l’esecuzione di un compagno di cella. 

Questa è la situazione in Iran, una volta stato-canaglia, oggi di nuovo presente in tutti i consessi internazionali. E se la campionessa di scacchi americana Nazi Paikidze-Barnes ha deciso di boicottare i mondiali di scacchi in Iran, dove le donne sono obbligate a indossare il velo, per tutta risposta alcune giocatrici iraniane hanno sottolineato che questa decisione va contro gli interessi delle donne iraniane”. 

Dalla rivoluzione islamica del 1979, l’Iran ha imposto l’obbligo di indossare l’hijab alle donne nei luoghi pubblici e la giocatrice americana di origini georgiane, 22 anni, si è detta pronta a rinunciare all’evento di febbraio piuttosto che “sostenere l’oppressione delle donne”. Su Instagram inoltre ha lanciato una petizione per chiedere a Fide, la Federazione internazionale degli scacchi, di cambiare il luogo dell’evento.