Iran, Quagliariello e Cicchitto a tavola rotonda di Magna Carta

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Iran, Quagliariello e Cicchitto a tavola rotonda di Magna Carta

09 Dicembre 2013

Oggi alle ore 15.30, presso la Sala della Mercede della Camera dei Deputati, la Fondazione Magna Carta organizza la tavola rotonda dal titolo “Un nuovo Iran? Cosa si nasconde dietro la ‘charm diplomacy’ iraniana”. Aprono i lavori Fabrizio Cicchitto, Presidente della Commissione Esteri alla Camera e Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme Costituzionali e presidente della Fondazione Magna Carta.

Intervengono al dibattito Luca La Bella, esperto dell’Istituto Ce.si, Fiamma Nirenstein, giornalista ed esperta di Medio Oriente, Alan Salehzadeh, Ricercatore presso la Finland National Defence University, Emiliano Stornelli, Senior Fellow del Comitato Atlantico italiano, Gianni Vernetti, già sottosegretario agli Esteri. Modera Emanuele Ottolenghi, Senior fellow della Foundation for defence of democracy.

L’Iran rappresenta uno degli Stati chiave negli equilibri dell’area Mediorientale, che suscita l’attenzione degli osservatori internazionali per una serie di questioni, che vanno dalle posizioni espresse nei confronti di Israele e dell’Occidente, fino a toccare i temi della sicurezza, del nucleare e del rispetto dei diritti. Con l’elezione lo scorso agosto di Hassan Rouhani a settimo presidente della Repubblica islamica iraniana, cui hanno fatto seguito le aperture al cambiamento e a un rinnovamento delle relazioni con gli altri Stati, restano tuttavia molti nodi da chiarire e in particolare una serie di domande a cui rispondere: possiamo davvero parlare di un nuovo Iran? Si nasconde qualcosa – e, se sì, cosa – dietro la "charm diplomacy" iraniana?