Iran: Se marinai Usa sono spie non torneranno presto
13 Gennaio 2016
"Una volta che i Pasdaran avranno compreso le loro intenzioni", ha detto il portavoce della guardia rivoluzionaria dell’Iran, dopo che Teheran ha catturato 2 navi e 10 marinai americani nel Golfo Persico, "si potrà iniziare a parlare di rilascio".
Secondo i Pasdaran "se nel corso dell’interrogatorio dovessimo renderci conto che la loro presenza nel Golfo Persico era finalizzata all’ottenimento di informazioni riservate li tratteremo in modo diverso rispetto a come stiamo facendo ora e i tempi per il loro rilascio si allungherebbero".
"Siamo in contatto con l’Iran e abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che i nostri marinai e le navi americane ci verranno riconsegnati al più presto," aveva detto ieri il portavoce del Pentagono dopo che la Repubblica iraniana aveva trattenuto 10 marinai della US Navy con l’accusa di aver oltrepassato i confini ed essere entrati nelle acque di Teheran.
L’Iran ha anche messo sotto chiave i due piccoli battelli su cui navigavano i marinai americani, che avrebbero sconfinato dopo essersi accorti di una avaria a bordo (si parla di "problemi meccanici"). Teheran avrebbe comunque assicurato alle autorità Usa che i marinai e le imbarcazioni torneranno presto a casa. Si tratta di dieci marinai, nove uomini e una donna, che al momento si trovano nella base iraniana sull’isola di Farsi nel Golfo Perico e nelle prossime ore potrebbero essere già trasferiti su una delle navi americane nell’area.
Tutti e dieci i marinai starebbero bene e non sono stati feriti. Secondo il portavoce del Pentagono Peter Cook le imbarcazioni Usa si stavano muovendo tra Kuwait e Bahrain quando il comando americano ha perso il contatto con i mezzi. Secondo la agenzia iraniana Farsi, i marinai sarebbero stati presi in consegna dalla Guardia Rivoluzionaria iraniana.
L’incidente arriva in un momento particolarmente delicato, dopo l’acuirsi delle tensioni con l’Iran, dopo che Teheran nelle settimane scorse aveva sganciato dei missili finiti a poca distanza da altre navi americane nel Golfo, e a ridosso della escalation tra ayatollah e sauditi sulla vicenda della esecuzione del chierico sciita al-Nimri, ordinata da Riad.
Momento delicato anche per il presidente Obama che dovrà fare il punto sull’Iran Deal nel suo discorso sullo Stato della Unione, rassicurando il Congresso e il pubblico, cioè gli elettori, americani. Forse per questo motivo abbiamo assistito alla girandola di telefonate e dichiarazioni con cui gli Usa hanno subito cercare di determinare con chiarezza in che sitazione si erano cacciati i propri marinai.
E’ stato infatti il segretario di Stato, John Kerry, che vanta una relazione personale con il ministro degli esteri iraniano, Zarif, frutto di tre lunghi anni di negoziati tra Usa e Iran, a chiamare immediatamente lo stesso Zarif per avere notizie sull’incidente.