Iran. W. Post: “Teheran fonda nuove banche per aggirare sanzioni”

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Iran. W. Post: “Teheran fonda nuove banche per aggirare sanzioni”

21 Ottobre 2010

L’Iran sta provando a fondare nuovi istituti di credito in Medioriente e in altre aree del mondo, in particolare in Iraq, Azerbaijan e Malaysia, per aggirare le sanzioni imposte dalla comunità internazionale che hanno colpito sensibilmente il suo sistema bancario. A lanciare l’allarme è un esponente del governo americano, citato a condizione di anonimato dal Washington Post.

"Riteniamo che Teheran stia provando ad avviare operazioni di questo tipo in vari Paesi e questa è un’indicazione che le banche iraniane non riescono a svolgere la loro consueta attività", ha affermato la fonte, secondo cui l’Amministrazione Obama è al corrente dei tentativi dell’Iran di istituire nuovi istituti di credito "nei paesi confinanti, ma non solo". "Teheran – ha aggiunto – vuole comprare banche o crearle laddove ritiene di essere in grado di eseguire transazioni commerciali senza che gli Stati Uniti possano impedirlo".

Uno dei Paesi su cui sono puntati i riflettori degli uomini del Tesoro americano è l’Iraq. Un esponente del governo di Baghdad, citato anch’esso a condizione di anonimato dal quotidiano Usa, ha riferito che l’Iran ha recentemente fondato due istituti di credito nella capitale irachena, uno dei quali è affiliato alla Banca Melli, inserita dal 2008 nella ‘Black list’ delle Nazioni Unite perchè sospettata di essere coinvolta nel programma nucleare iraniano.

Ma anche in Azerbaijan e Malaysia, secondo il Washington Post, è probabile che gli uomini della Repubblica Islamica siano riusciti a stabilire degli istituti di credito utilizzando nomi e società falsi. Una filiale della Banca Melli è già attiva a Baku e lo scorso mese Teheran ha proposto al governo azero di creare una sinergia per costituire una nuova banca. La Malaysia, invece, dopo che gli Emirati hanno deciso di bloccare la maggior parte delle attività commerciali iraniane, sembra essere diventato il nuovo hub finanziario della Repubblica Islamica.

Kuala Lampur comunque avrebbe già mosso i primi passi per evitare che questo accada, rafforzando ad esempio il controllo sulle merci in transito, soprattutto quelle che potrebbero essere impiegate nella realizzazioni di armi di distruzione di massa. Teheran, tuttavia, pur ammettendo di avere avuto problemi dopo l’imposizione del quarto round di sanzioni, ha annunciato di non avere difficoltà nel commerciare ed eseguire transazioni con altri paesi. Come ha spiegato infatti il ministro delle Finanze iraniano, Shamseddin Hosseini, "il mondo è grande, e la gente che vuole commerciare con noi trova sempre il modo per trasferire il denaro". E usando una metafora ha affermato: "Quando blocchi il corso di un fiume, l’acqua prende altre via".