Iraq, Isis uccide chi tenta la fuga da Fullaja
06 Giugno 2016
I miliziani dell’Isis sparano sui civili che cercano di fuggire dalla roccaforte dei jihadisti, la città irachena di Falluja. E’ la Bbc a rendere nota cosa citando una ong umanitaria che racconta che i civili “cercano di attraversare il fiume nascosti in frigoriferi, armadi e botti”.
Intanto le forze irachene hanno annunciato di aver preso il controllo della zone sud di Falluja e di essere prontissime ad entrare in città. L’Isis pare, così, in grave difficoltà sul piano militare: da mesi ha ridimensionato la sua propaganda, messo il freno alle provocazioni mediatiche e alle esibizioni di violenza. La propaganda e lo scambio di informazioni si è spostato per lo più sottotraccia. Ma non stupisce che in questa situazione una grossa fetta delle immagini fatte circolare sui social media riguardino il trattamento esemplare riservato a chi è stato scoperto a spiare per il nemico.
Le fonti concordano sul fatto che la crisi, con le conseguenti purghe, è stata innescata quando una serie di obiettivi (strutture e personalità del Califfato) hanno iniziato ad essere colpiti con precisione da missili, droni e bombe intelligenti. jeep,
La caccia iniziata dopo l’uccisione di al-Tunsi, un capo militare dell’Isis che aveva preso ogni precauzione per non essere colpito e che fu polverizzato sulla sua jeep, è terminata con l’uccisione di 38 militanti in quella che ha tutta l’aria di un’epurazione indiscriminata, secondo quanto rivelano militanti dell’opposizione siriana, comandanti militari curdi, vari funzionari dell’intelligence irachena e anche un ex informatore del governo di Baghdad nelle file dello Stato islamico. Negli ultimi mesi fonti americane si dicono sicure di aver eliminato in attacchi mirati personaggi del calibro del “ministro della guerra” del Califfato, Omar al-Shishani, o del “ministro delle finanze” noto con vari nomi, Haji Iman, Abu Alaa al-Afari o Abu Ali Al-Anbari.
“Decine di militanti sono stati uccisi con l’accusa di aver piazzato dei chip Gps su degli obiettivi per guidare i razzi”, fa sapere il leader dell’Osservatorio siriano per i diritti Umani (Ondus), Rami Abdurrahman.
Per stanare le talpe, l’Isis ha imparato a ricorrere anche a piccole trappole, quando su un militante si posa il sospetto: per esempio vengono fatte trapelare false informazioni sugli spostamenti di qualche dirigente e si verifica poi se il “falso bersaglio” viene colpito in un attacco.