Iraq. Nunzio vaticano: “Ci sono segni di speranza dopo Natale senza violenze”
29 Dicembre 2010
di redazione
Dopo le ansie della vigilia il Natale si è svolto regolarmente in Iraq, "e così è nata anche un po’ di speranza. Si ha l’impressione che ci si possa riprendere". È quanto spiega ai microfoni della Radio vaticana il nuovo nunzio apostolico a Baghdad, mons. Giorgio Lingua, insediatosi da poco nel Paese.
"La partecipazione alle funzioni – spiega mons. Lingua – è stata comunque superiore alle attese; c’era un po’ di apprensione alla Vigilia, ma il Natale si è svolto regolarmente, e così è nata anche un po’ di speranza. Si ha l’impressione che ci si possa riprendere". "Occorre – ha aggiunto – che i cristiani si sentano tranquilli, e poi che si dia loro la possibilità di trovare un lavoro. Quindi, una serie di misure che devono essere prese dal nuovo governo che finora, soprattutto in occasione del Natale, ha dimostrato di voler fare di tutto per garantire la sicurezza ai cristiani. Questo può rasserenarli e far sì che non si sentano costretti ad abbandonare il Paese".
In quanto al nuovo governo iracheno esso ha "un compito molto arduo, perché nel Paese circolano ancora tante armi e ci sono tanti gruppi che sono ancora insoddisfatti per gli avvenimenti che si sono succeduti in questi anni". "La minaccia terroristica – afferma il rappresentante vaticano – esiste e non è facile fermarla, ma io credo che con il tempo si possa mettere fine ad ogni gruppo terroristico. Certamente l’Iraq è un Paese che è stato duramente provato, con tante ferite che non sarà facile rimarginare. Ci vorrà del tempo".
"Persone che prima non avevano problemi – osserva il nunzio – si sono trovate ora di colpo ad essere gli uni contro gli altri. Io credo che sia molto importante che rinasca la fiducia, che si incominci a fidarsi del prossimo, del vicino. I cristiani, in questo contesto, sono i più deboli e non possono fare altro che fidarsi degli altri".