Iraq, offensiva contro i miliziani dell’Isis per liberare Falluja

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Iraq, offensiva contro i miliziani dell’Isis per liberare Falluja

01 Giugno 2016

A 50 chilometri da Baghdad, la città caduta in mano agli jihadisti dell’Isis subisce l’intervento delle forze di terra che già nei giorni scorsi avevano circondato la principale roccaforte dell’Isis in Iraq.

E mentre si prepara l’assalto finale a Falluja, nel Nord del Paese le forze curdo-irachene, avanzano verso la parte settentrionale della città di Mosul.

I miliziani del sedicente Stato Islamico (Is) stanno infierendo sui civili che cercano di fuggire da Falluja, città a maggioranza sunnita conquistata dai jihadisti nel gennaio del 2014. Lo denuncia l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, parlando di ”un numero crescente di esecuzioni” di uomini e ragazzi che si rifiutano di combattere tra le fila dell’Is. Oltre 800 persone sono scappate da Falluja negli ultimi giorni e hanno ricevuto beni di prima necessità forniti dell’Onu.

Il rappresentante dell’Unhcr in Iraq, Nassif, ha reso noto che: ”Ci sono notizie di un aumento drammatico nel numero di esecuzioni di uomini e ragazzi che a Falluja si rifiutano di combattere per le forze estremiste. E molte persone sono state uccise o sepolte vive sotto le macerie delle loro case”.

Nassif riferisce, inoltre, di ”racconti strazianti” delle persone fuggite, aggiungendo che ”le poche famiglie che sono riuscite a lasciare Falluja lo hanno fatto mettendo a grande rischio la loro vita. Altri hanno perso la loro vita cercando di lasciare la città, tra cui donne e bambini. Altri sono stati giustiziati o frustati. A un uomo è stata amputata una gamba”.

L’Unhcr riferisce di decine di migliaia di civili ancora intrappolati a Falluja, ”impediti a scappare dalle forze estremiste mentre la città viene bombardata dalle forze irachene. Le vite dei civili non dovrebbero essere tenute in ostaggio in questo modo”.

Intanto, la capitale Baghdad è stata oggi teatro di nuovi attacchi suicidi rivendicati dallo Stato islamico e che hanno preso di mira quartieri popolari a maggioranza sciita pochi giorni dopo la raffica di attentati che avevano scosso Baghdad.
Fonti mediche e militari irachene affermano che nei tre distinti attentati sono morte in tutto ventiquattro persone e che oltre quaranta sono rimaste ferite. L’attacco più sanguinoso si è verificato nel quartiere settentrionale di Shaab, dove un kamikaze a bordo di un’autobomba ha ucciso otto civili e tre militari.