Iraq: parte l’offensiva per riconquistare Mosul. Al-Abadi: “vi libereremo dal Daesh”
17 Ottobre 2016
Le truppe dell’esercito iracheno, con l’aiuto delle forze alleate, hanno iniziato l’offensiva armata per strappare allo Stato islamico la città di Mosul. Mosul è la seconda più grande città dell’Iraq, finita sotto il controllo dell’Isis nel giugno 2014. L’operazione di liberazione era prevista da mesi. Prima dell’operazione sono stati lanciati sulla città migliaia di volantini per avvertire i cittadini dell’inizio dell’offensiva imminente.
Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi, affiancato dai più alti vertici militari, è comparso in televisione e si è rivolto alla nazione per informare la popolazione di aver ordinato l’inizio della lungamente attesa offensiva per liberare Mosul. “Il momento della vittoria è arrivato. Oggi ho dato inizio a questa operazione di successo per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo di Daesh“.
Al Abadi ha anche affermato che questa battaglia sarà decisiva per la lotta contro l’Is che sarà scacciato dall’Iraq entro la fine dell’anno. “Molto presto, se Dio vuole, ci incontreremo sul suolo di Mosul – ha detto il premier – per festeggiare la sua liberazione e noi riprenderemo a vivere insieme, tutte le religioni e tutte le sette, in uguaglianza, amandoci e cooperando tra di noi”.
L’attacco è iniziato all’alba dopo la conferenza stampa di Al-Abadi. Secondo quanto riferisce l’emittente televisiva “Sky Arabia”, l’esercito iracheno è già riuscito in poco tempo ad abbattere la prima linea difensiva posta al di fuori della città avanzando dalla zona di Baashiqa. A supporto dell’offensiva irachena ci sono i caccia statunitensi che stanno bombardando con raid mirati i siti di difesa dell’Isis, e in particolare la base di al Qiyara. Oltre alle milizie di Difesa popolari sciite, presenti con 9 mila uomini, partecipano a questa offensiva anche i peshmerga curdi che stanno avanzando dalla direttrice di al Sawatir e avanzano per prendere altri 7 villaggi della zona di al Hamdania.
Secondo la tv curda Rudaw, decine di miliziani dell’Isis sono scappati in Siria con le famiglie dopo l’inizio dell’offensiva. Per l’emittente ci sono dai 3.000 ai 4.500 combattenti jihadisti a difendere la seconda città irachena. “L’operazione continuerà probabilmente per settimane, forse più”, ha affermato il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida Usa in una nota, nella quale, pur ammettendo che “potrebbe essere una battaglia lunga e difficile”, ha assicurato che “gli iracheni sono preparati e noi li appoggeremo”.
Anche il segretario alla Difesa americano, Ashton Carter, ha espresso il sostegno dell’america all’operazione: “gli Stati Uniti e il resto della coalizione internazionale sono pronti a sostenere le forze irachene, i combattenti peshmerga e il popolo iracheno in questa difficile battaglia. E’ un momento decisivo nella campagna tesa alla sconfitta dello Stato Islamico – continua la dichiarazione del capo del Pentagono – siamo fiduciosi nel fatto che i nostri alleati iracheni avranno la meglio sul nostro comune nemico, libereranno Mosul ed il resto dell’Iraq dall’odio e dalla brutalità dello Stato Islamico”.
Poche ore prima dell’annuncio dell’offensiva, al-Abadi ha incontrato il capo dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati, Unhcr, per analizzare piani per l’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto. Gruppi per l’assistenza umanitaria hanno avvisato del rischio di una nuova possibile crisi umanitaria, con l’Unhcr che ha stimato che dalla città potrebbero fuggire dalla città circa 700mila civili.