Iraq, uccisi una donna cristina e il fratello

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Iraq, uccisi una donna cristina e il fratello

11 Dicembre 2007

I corpi senza vita di una donna di fede cristiana e del fratello sono stati rinvenuti in una discarica della città di Bassora, nel sud dell’Iraq.

A Bassora, i cosiddetti “guardiani della fede” sono ritenuti responsabili dell’uccisione di almeno 40 donne nell’anno in corso.

Stando alla ricostruzione fornita dalla polizia, uomini armati a bordo di un’autovettura Suv bianca con i vetri oscurati hanno prima sequestrato l’uomo, il 31enne Osama Marzouq, quindi lo hanno costretto a chiamare sua sorella, la 41enne Maison, per fissarle un appuntamento.

 L’agguato è avvenuto domenica scorsa e i loro corpi crivellati di proiettili sono stati rinvenuti ieri, secondo quanto precisato dalle fonti di polizia che hanno chiesto l’anonimato.

Il capo della polizia di Bassora, generale Jalil Khalaf, ha riferito di numerosi episodi in cui motociclette o autovetture senza targa e con i finestrini oscurati si avvicinano alle donne che non rispettano i dettami islamici nel loro abbigliamento. Una studentessa di storia di 21 anni del College of Arts di Bassora ha riferito di violenze alle donne sia nella sua scuola che per le strade.

 “L’islam e il Profeta Maometto non prevedono l’uccisione delle donne che non indossano l’hijab (velo, ndr) – ha detto all’Associated Press – la mia famiglia è laica, ma rispetta i dettami dell’islam. Ora io sono costretta a indossare l’hijab quando esco di casa, cosí come mia madre e mia sorella”.

La studentessa ha raccontato di essere stata fermata una volta da alcuni suoi compagni di corso, che le hanno intimato di coprirsi il capo e di evitare il trucco, “altrimenti avrei fatto meglio a non frequentare la scuola”.

Un’altra donna, una casalinga di 43 anni e di fede cristiana, ha raccontato di essere stata costretta a lasciare Bassora insieme alla sua famiglia e a cercare rifugio in un quartiere cristiano di Baghdad. “E’ iniziato tutto lo scorso maggio, quando uomini armati mi hanno fermato insieme a mio marito mentre stavamo facendo una passeggiata e mi hanno fatto domande sul mio abbigliamento e sul perchè non indossassi il velo – ha raccontato – quando abbiamo detto di essere cristiani ci hanno picchiato e hanno minacciato di uccidermi se non avessi rispettato l’islam”.

Il capo della polizia di Bassora ha precisato che nel corso dell’anno sono stati rinvenuti 40 corpi senza vita di donne uccise a colpi di pistola, decapitate o mutilate, tutte con un biglietto lasciato accanto a indicare il motivo dell’esecuzione: “uccisa per adulterio” o “uccisa per aver violato gli insegnamenti islamici”. Nessun biglietto è stato rinvenuto accanto ai due fratelli.

Bassora è la seconda città dell’Iraq, situata 550 chilometri a sud di Baghdad, nell’area a maggioranza sciita.