Irlanda. Rapporto shock: migliaia di abusi su minori in istituti cattolici

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Irlanda. Rapporto shock: migliaia di abusi su minori in istituti cattolici

21 Maggio 2009

Il cardinale Sean Brady, capo della chiesa cattolica in Irlanda si è detto "profondamente dispiaciuto e di provare profonda vergogna che bambini abbiano sofferto in modi così terribili in questi istituti" dopo la pubblicazione del rapporto che denuncia decenni di abusi contro i minori in istituzioni "correttive" irlandesi gestite da ordini religiosi.

Il rapporto evidenzia anche che, nel periodo che va da agli anni Trenta agli Ottanta, i vertici della chiesa irlandese erano a conoscenza dei metodi violenti "endemici" con cui venivano trattati bambini e ragazzi "difficili". "Questo rapporto – ha detto l’alto prelato – chiarisce che torti e ferite sono stati causati ad alcuni tra i bambini più vulnerabili della nostra società. Documenta un vergognoso catalogo di crudeltà, abbandono, e abusi fisici, sessuali e psicologici": "I bambini si meritano di meglio, specialmente da parte di chi si occupa di loro nel nome di Gesù Cristo".

Brady ha detto di sperare che il documento serva a lenire le ferite delle vittime e rettificare i torti del passato. Anche gli ordini dei Fratelli Cristiani – che gestivano alcune delle scuole dove si sono verificati gli abusi peggiori – e delle Sorelle della Misericordia hanno offerto oggi le loro scuse: i Fratelli esprimono rincrescimento "per il dolore provocato", esprimendo "tristezza e vergogna perché molti che denunciavano gli abusi non sono stati ascoltati".

Nel rapporto della Child Abuse Commission, si legge che migliaia di minori irlandesi sono stati picchiati, violentati e umiliati da centinaia di preti e suore cattolici mentre si trovavano "istituzioni correttive" pubbliche in Irlanda fino agli anni ’80. La Commissione ha infatti condotto la più grande indagine di sempre sugli istituti in mano agli ordini religiosi irlandesi, una ricerca durata nove anni e nella quale sono state intervistate migliaia di vittime di abusi.

In particolare, nelle istituzioni pubbliche per soli ragazzi gestite da ordini religiosi cattolici – riformatori, scuole per "ragazzi difficili" e case che ospitavano disabili – le violenze erano "endemiche", secondo la definizione data dal giudice che ha coordinato il rapporto, Sean Ryan. Violenze che hanno lasciato migliaia di persone segnate a vita.

Lo studio presentato oggi a Dublino (3.500 pagine, 5 volumi) ha raccolto le testimonianze di circa 2.500 vittime di queste asserite violenze tra gli anni ’30 e ’80; oltre 100 istituzioni gestite da ordini religiosi sono state indagate. Già nel 2003, un rapporto ad interim pubblicò le testimonianze di 700 uomini e donne che raccontarono di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con ogni tipo di oggetto. Altri raccontarono di essere stati violentati, alcuni da varie persone contemporaneamente. Alcuni degli abusi risalgono a 60 anni fa e molti dei presunti colpevoli sono morti.

Nel periodo analizzato circa 35.000 giovanissimi furono ospitati in queste istituzioni. La commissione fu creata nel 2000 dal premier Bertie Ahern dopo che un documentario tv fece emergere la lunga storia delle violenze sui minori nelle istituzioni gestite da ordini religiosi. Per il rapporto le scuole "venivano gestite in un modo severo e irregimentato che imponeva disciplina oppressiva ed irragionevole sui bambini, ma anche sul personale". Ragazze supervisionate dalle suore, soprattutto dalle Sorelle della Misericordia, subivano meno abusi sessuali, ma erano sottoposte a aggressioni ed umiliazioni volte a farle sentire "inutili".

Ma nei volumi si legge anche di pestaggi "rituali", e si accusano i responsabili degli ordini di aver protetto per anni i pedofili che erano tra loro, evitando loro il carcere; al tempo stesso, gli ispettori governativi non fecero quasi mai nulla per fermare percorsse, stupri e umiliazioni dei piccoli ospiti. Per la commissione le testimonianze di uomini e donne ancora traumatizzati, che hanno oggi tra i 50 e gli 80 anni, mostrano che l’intero sistema trattò questi ragazzi come carcerati e schiavi, invece che con persone con diritti.

"Questi riformatori e scuole speciali erano sotto un controllo rigido attuato con punizioni corporali. La durezza del regime è stato inculcato da varie generazioni di preti, suore e confratelli. Era sistemico e non il risultato di violazioni individuali da parte di persone che operavano fuori dai confini legali e accettabili", afferma lo studio. John Kelly, portavoce dell’associazione "Sopravvissuti degli abusi infantili", ha detto che molte di queste scuole erano "gulag, non luoghi d’accoglienza. A volte gli ospiti erano costretti a fabbricare gli strumenti per la propria tortura, ed trattati come schiavi. Facevamo vestiti che facevano guadagnare gli ordini religiosi e lo stato".

Kelly, che ricorda come i bambini venivano buttati giù dal letto per essere frustati, fu ospite di una ex caserma: "Non ero John Kelly, mi chiamavano con un numero, il 253, non me lo dimenticherò mai". Per molte vittime di abusi, però il rapporto non fa abbastanza, perché si limita a confermare che le violenze ci furono, senza chiedere giustizia.