Isis, Al Serraj all’ONU: Non vogliamo truppe, ma armi
16 Maggio 2016
Alla vigilia del summit internazionale di Vienna, in cui la diplomazia proverà a trovare una soluzione al caos Libia, il premier, Fayez Al-Sarraj ribadisce che per sconfiggere l’Isis, il governo potrà farcela da solo: “Non chiediamo soldati sul terreno, ma assistenza per l’addestramento e inoltre la revoca dell’embargo sulle armi”.
In una lettera pubblicata da The Telegraph, Sarraj ha ricordato gli sforzi compiuti in tema di sicurezza, riconciliazione nazionale, ripresa economica, giustizia sociale, riforme istituzionali: “Chiediamo la fine immediata delle sanzioni Onu che tengono congelati beni libici: abbiamo bisogno di queste risorse per sconfiggere i terroristi. Ci vorrà del tempo per riprendersi da caos e divisioni”. Poi ha aggiunto: “La comunità internazionale ha delle responsabilità verso la Libia. So che per molti in Europa la questione dei migranti e del traffico di esseri umani dalla Libia è tema di enorme preoccupazione e lavorerò senza sosta per mettervi un freno. Ma la maniera migliore per mettere fuori gioco i trafficanti di esseri umani è fare in modo che la Libia sia stabile e sicura. E’ l’unica soluzione di lungo termine: i soldati e le navi straniere non sono la risposta”.
Nel frattempo in queste ora arriva la conferma del premier Matteo Renzi che, alla vigilia del vertice di Vienna convocato e co-presieduto da Kerry, dice: “Di fronte alle pressioni per andare in Libia abbiamo scelto una strada diversa.I rischi e i pericoli sono troppi per l’Italia. Troppo forte il pericolo che i reparti stranieri diventino bersagli di attacchi”.
Così, il contingente militare che garantirà la sicurezza della sede Onu in Libia, non sarà italiano ma arriverà dal Nepal. A chiedere l’impiego di truppe per la sorveglianza della nuova sede Onu in Libia, trasferita da Tunisi a Tripoli, l’inviato tedesco delle Nazioni Unite Martin Kobler, sollecitato anche da Fayez Sarraj. Da qui la consultazione serrata tra Renzi e Sergio Mattarella in merito ad un possibile intervento italiano in Libia. Lo stesso Mattarella ha sempre mostrato cautela in qualunque mossa all’estero.
Pertanto l’Italia per ora non parteciperà a nessuna missione in Libia.
“L’Italia continuerà a sostenere il governo Sarraj e in questa fase si concentrerà in modo particolare sull’impegno umanitario. L’obiettivo rimane quello di ottenere il comando del contingente internazionale, ma ciò potrà avvenire soltanto quando si sarà stabilizzata la situazione. Anche tenendo conto che i contingenti italiani sono già impegnati su vari altri fronti”.