ISIS, Arcivescovo di Canterbury: “Sbagliato dire che non è legato all’Islam”
03 Dicembre 2016
Parlando nei giorni scorsi a Parigi, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby – capo religioso degli anglicani – ha detto che è sbagliato dire che le azioni di ISIS “non hanno nulla a che fare con l’Islam“. Welby, che ha citato anche i casi delle milizie cristiane contro i musulmani nella Repubblica Centrafricana e dei nazionalisti hindu che perseguitano i cristiani nel sud dell’India, ha affermato che fino a quando i leader religiosi non si assumeranno la responsabilità dei crimini commessi in nome della fede, “non troveremo mai una soluzione”.
In realtà, nel novembre 2015, quando lo sceicco Muhammad Abdullah Nasr, uno studioso della legge islamica e laureato all’università di Al Azhar in Egitto, spiegò che questa prestigiosa istituzione si è sempre rifiutata di denunciare l’ISIS come qualcosa che aveva a che fare con l’islam, nessuno gli prestò ascolto: “Lo Stato islamico è un sottoprodotto di programmi di Al Azhar,” disse Nasr. Come può l’università denunciarlo come qualcosa di estraneo all’islam?”.
“La realtà è che lo Stato Islamico è islamico. Molto islamico. La religione predicata dai suoi seguaci più ardenti deriva ed è coerente con i dettami dell’Islam”, ha scritto la rivista americana The Atlantic. E Reince Priebus, chiamato da Donald Trump a ricoprire l’incarico di chief of staff della Casa Bianca, ha detto di recente: “Chiaramente ci sono alcuni aspetti di quella fede (l’islam) che sono problematici”. Riusciremo finalmente ad andare oltre quelle spiegazioni per cui i terroristi dello stato islamico sono semplicemente dei matti, preda dell’ignoranza e dell’analfabetismo?