Isis, cade Dabiq: loro simbolo in Siria
16 Ottobre 2016
Nonostante Dabiq sia un piccolo villaggio nella pianura che si estende a nord est di Aleppo, e con scarso valore strategico, è considerato dall’Is un luogo altamente simbolico a causa della profezia secondo cui l’area sarà il campo per la battaglia finale tra i musulmani e gli infedeli.
Il gruppo ha utilizzato il nome del villaggio per la sua rivista online in lingua inglese e tra aprile e maggio ha invitato circa 800 combattenti per difendere la città in seguito ai progressi compiuti dalle Forze democratiche siriane, formazione curdo-araba appoggiata dagli Stati Uniti.
La notizia delle ultime ore è che in Siria è caduta proprio la città cruciale di Dabiq. E’ stata strappata al controllo dell’Isis dai ribelli siriani sostenuti dalla Turchia. I miliziani, riferisce la ong Osservatorio siriano per i diritti umani, “hanno catturato Dabiq e l’Isis si è ritirato”. A soli dieci chilometri dal confine turco, Dabiq è stato riconquistato insieme al vicino villaggio di Soran. A confermarlo alla Reuters Ahmed Osman, comandante della brigata Sultan Murad, una delle forze ribelli sostenute dall’esercito di Erdogan e dagli aerei della coalizione, che hanno spianato loro la strada.
L’esercito iracheno ha annunciato di aver lanciato decine di migliaia di volantini su Mosul che contengono indicazioni di sicurezza per i residenti in previsione dell’offensiva su questo feudo dello Stato Islamico in Iraq.
Nove ribelli, dice l’agenzia turca Anatolia sono rimasti uccisi e 28 feriti negli scontri. Era questa la battaglia dell’apocalisse profetizzata dall’Isis? La propaganda jihadista, già nei giorni scorsi, si è affrettata a dire no, subodorando che una ritirata sarebbe stata inevitabile.