Isis contro Tunisia, 53 morti al confine con la Libia

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Isis contro Tunisia, 53 morti al confine con la Libia

08 Marzo 2016

Scontri tra esercito tunisino e militanti dell’Isis a Ben Guerdane, la città tunisina prima del confine con la Libia. A riferirlo è  il ministero della Difesa tunisino che precisa poi che il bilancio è ancora provvisorio. I terroristi respinti avrebbero poi ripiegato su obiettivi civili. Elevato il numero dei morti: almeno 53, tra cui 35 jihadisti, 11 tra polizia ed esercito e 7 civili. Tra questi anche una bambina di 12 anni. Resta ancora oscura la dinamica di quanto accaduto, ma la certezza per ora sembra essere una sola: esiste una presenza radicata sul territorio di gruppi di affiliati e simpatizzanti dell’ISIS.

 

Una prima ricostruzione del ministero dell’Interno, vorrebbe che un gruppo di jihadisti ha tentato di attaccare nella notte una caserma dell’esercito e le strutture della polizia, ma l’assalto è stato respinto. Sono state le caserme dell’esercito nella zona di Jallel, della polizia e della Guardia nazionale della città, l’oggetto dell’incursione di un gruppo di terroristi armati, provenienti probabilmente dal territorio libico. Per motivi precauzionali è stata imposta la sospensione temporanea dei valichi di confine con la Libia di Ras Jedir e di Dehiba-Wazen, e il divieto di accesso all’isola di Djerba.   

 

Gran parte o la quasi totalità dei foreign fighters che combattono per l’ISIS in Libia è di nazionalità tunisina. Secondo alcuni esperti si tratterebbe di un vero e proprio "ritorno a casa" dei combattenti tunisini, che dopo il blitz Usa e l’intensificarsi delle linee antiterrorismo delle milizie di Tripoli stiano cercando in patria una via di fuga. Ora più che mai la Tunisia ha bisogno di una sorveglianza più efficace dei confini. Non sono un caso le parole del ministro della Difesa Farhat Horchani che ha annunciato una legge che consentirà la presenza di forze straniere militari sul territorio.  

 

Il premier tunisino ha convocato una riunione d’emergenza con i ministri dell’Interno e della Difesa dopo l’attacco jihadista al confine con la Libia. Diverse unità militari anti-terrorismo sono state dispiegate nella zona e hanno perquisito casa per casa, la città di Ben Guerdane e la zona limitrofa alla frontiera con la Libia. Secondo alcune fonti della sicurezza, alcuni jihadisti sono riusciti a impossessarsi di un’ambulanza e a fuggire verso la vicina isola di Gerba, dove gli accessi sono stati chiusi, proprio come i varchi che portano verso le regioni del deserto meridionale tunisino. Solo mercoledì scorso almeno cinque presunti terroristi erano stati uccisi in una sparatoria con la polizia avvenuta nella stessa località. 

 

Intanto da Tunisi sono arrivati i rinforzi sostenuti dagli elicotteri da combattimento. Le autorità hanno messo a disposizione diversi numeri verdi (80101111 – 71335000) per ogni evenienza. Il sindacato regionale dell’istruzione ha annunciato di aver annullato oggi tutte le lezioni in tutte le scuole di Ben Guerdane, una città che è al momento completamente paralizzata. Nel frattempo proprio in queste ore, una delegazione di deputati britannici inizierà oggi una visita in Egitto nell’ambito delle indagini della commissione parlamentare per gli Affari esteri sulla caduta di Muhammar Gheddafi e sul ruolo britannico in tutte le operazioni militari in Libia. La commissione per gli Affari Esteri alla Camera dei Comuni britannico ha lanciato un’inchiesta sul ruolo del Regno Unito nell’intervento militare in Libia che ha portato alla caduta e l’uccisione di Gheddafi nel 2011. 

 

La missione sarà guidata dal conservatore Crispin Blunt, il quale incontrerà alti funzionari egiziani. In seguito, la delegazione dovrebbe dirigersi in Tunisia, ma dato l’attacco terroristico probabilmente il programma cambierà. Il premier tunisino Essid ha messo i puntini sulle "i" e in un certo senso dichiarato guerra al terrorismo: "L’obiettivo dell’attacco era distruggere la sicurezza nel nostro Paese e istituire un emirato di Daesh a Ben Guerdane. Ma grazie ai nostri sforzi, alla cooperazione tra il nostro esercito e le nostre forze di sicurezza, la risposta è stata rapida e forte".