Isis: fra Trump e Putin non mettere il Washington Post

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Isis: fra Trump e Putin non mettere il Washington Post

17 Maggio 2017

Nella foto si vede il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, con l’ambasciatore negli Usa, Sergei Kislyak e tra loro un Donald Trump che sembra a suo agio. È il 10 maggio, e il Washington Post, giornale che non ha mai amato troppo il Don, scrive che il presidente degli Usa avrebbe rivelato ai suoi ospiti informazioni segrete sull’Isis.

Il WaPo dà il “la” e il web si scatena nel ritratto di un Trump che gioca a fare il bullo con la forza della ‘sua’ intelligence e che, per dimostrarlo, mette al corrente i russi su informazioni di intelligence fornite da “un partner”, non meglio identificato, dello zio Sam. Trump, però, che come ci ha abituato non è tipo da preoccuparsi dei polveroni alzati dalla stampa, ha risposto che “Come presidente volevo condividere con la Russia fatti riguardanti il terrorismo e la sicurezza sui voli di linea, cosa che io ho assolutamente il diritto di fare”.

In più, il Don aggiunge che si tratta di “ragioni umanitarie”, senza fornire ulteriori spiegazioni. Insomma “voglio che la Russia rafforzi in modo consistente la lotta al terrorismo e lo stato islamico”, sottolinea l’inquilino della Casa Bianca. Morale della favola: dopo il lancio dei missili sulla Siria sembrava che le relazioni tra Usa e Russia dovessero ripiombare agli anni della Guerra Fredda e c’era già chi parlava di un nuovo conflitto mondiale, mentre invece Trump e Putin non hanno mai smesso di parlarsi, e se decideranno di combattere insieme il terrorismo islamico è solo una buona notizia.