Isis, ucciso ministro informazione. Usa avanzano in Siria e Iraq, bombe su Sirte

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Isis, ucciso ministro informazione. Usa avanzano in Siria e Iraq, bombe su Sirte

17 Settembre 2016

La coalizione internazionale a guida Usa ha ucciso in un raid aereo a Raqqa il ‘ministro dell’Informazione’ di Isis. Lo ha annunciato il Pentagono, precisando che l’operazione e’ stata messa a segno il 7 settembre. Si tratta di Wail Adil Hasan Salman al-Fayad, noto anche come Dottor Wail. Secondo il portavoce della difesa Usa Peter Cook, il jihadista e’ uno dei leader piu’ importanti dell’Isis e si e’ occupato della ‘supervisione’ della produzione di video che mostrano esecuzioni e torture, diffusi abbondantemente nelle reti sociali per creare la ‘narrativa’ del terrore. Wail era uno stretto collaboratore del portavoce dell’Isis Abu Muhamad al Adnani, che gli Usa assicurano di avere ucciso ad Al Bab in Siria lo scorso 30 agosto.

Wail Adil Hasan Salman al Fayad, il “dottor Wa’il”, sempre secondo il Pentagono era anche prominente membro del Consiglio della shura, cioè l’organo di guida del gruppo jihadista sunnita. Il bersaglio è stato colpito mentre per la prima volta forze speciali americane hanno affiancato quelle governative turche e i loro partner dell’opposizione siriana in Siria e mentre Usa e Russia cercando di prolungare la tregua tra mille difficoltà, a partire dagli aiuti umanitari ancora bloccati e dalla crescente violenza. L’unica strategia che per ora sembra funzionare è proprio quella delle eliminazioni mirate con raid aerei o con droni, per disorganizzare e scoraggiare i jihadisti e accelerare la loro sconfitta in Iraq e in Siria. In passato, almeno con Al Qaeda, questa strategia ha rafforzato la propaganda terrorista contro i “crociati vigliacchi” che colpiscono dal cielo.

”L’eliminazione dei dirigenti dell’Isis indebolisce la sua capacità di conservare il suo territorio e la sua capacità di pianificare, finanziare e dirigere gli attacchi” in Iraq, in Siria e nel resto del mondo, ha sottolineato il Pentagono. Intanto si avvicina l’ora della l’offensiva su Raqqa, in Iraq, mentre non ci sono notizie certe sul Califfo al-Baghdadi, di cui non si registrano più messaggi da tempo. Il Califfo resta il bersaglio principale, come ha ricordato anche nei giorni scorsi la candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, escludendo però l’invio di truppe di terre se verra’ eletta alla presidenza.

Una quarantina di militari statunitensi si preparano intanto ad avanzare su Dabiq, la cittadina siriana che nella propaganda dell’Isis è il luogo della apocalisse, lo scontro finale tra musulmani e ‘crociati’. Lo riferisce il Guardian. Una sconfitta a Dabiq – che dà il nome al principale strumento di propaganda dello Stato islamico – rappresenterebbe uno smacco politico per l’Isis. Aerei dell’aviazione irachena hanno lanciato ieri e oggi milioni di volantini sulla città di Mossul, roccaforte dello Stato islamico in Iraq, sui quali si promette la prossima liberazione e si chiede agli abitanti di allontanarsi dai quartier generali dei terroristi.  Sui foglietti i cittadini vengono invitati a prepararsi “all’ora zero della battaglia”, che secondo quanto si legge verrà annunciata dall’esercito quando arriverà il momento. 

Gli aerei statunitensi impegnati nell’operazione “Odyssey Lightning” hanno infine condotto un totale di 151 raid aerei a Sirte, roccaforte dell’Isis in Libia, dal primo agosto al 15 settembre. E’ quanto si legge in un comunicato del comando militare Usa per l’Africa (Africom), secondo il quale nella giornata di ieri i caccia da guerra hanno distrutto un veicolo-bomba dei terroristi. Il presidente Usa, Barack Obama, aveva autorizzato 30 giorni di bombardamenti aerei a partire dal primo agosto scorso, per poi estendere tale termine di altri 30 giorni.