Isole nella Rete, Beppe Grillo e la comunità “uploading”
27 Febbraio 2013
Dopo aver terremotato il sistema politico, Grillo si accinge a terremotare il sistema istituzionale innovando alcuni principi costituzionali. Se di parola infatti sottoporrà alla Comunità Grillina i nominativi dei candidati presidenti delle Camere e della Repubblica per poi passare l’ordine ai parlamentari del M5S. Con questo protocollo i vertici istituzionali passeranno al vaglio della Rete ottenendo, almeno in parte, una investitura simile a quella di un Presidente eletto dai cittadini per il tramite di delegati. Ma il vulnus alla Costituzione formale sarà addirittura duplice perché all’anomalia ricordata si aggiungerà la violazione della libertà dei parlamentari cui sarà imposto un vincolo di mandato ben più stringente della disciplina di partito (che peraltro nel caso dell’ M5S non è invocabile vista la sua natura disarticolata e plastica). Inoltre se così fosse , avremo la conferma che la forza degli eventi politici maturano fatti di rilevanza giuridica capaci di provocare riforme del sistema istituzionale mediante nuove prassi. E non sarebbe la prima volta.
Grillo nasce per germinazione spontanea e il M5S gli si coagula intorno, autorganizzandosi politicamente, a conferma che la crisi del nostro sistema partitico -forse dei sistemi partitici contemporanei- poggia sulla perdita di centralità del Parlamento e della decisione politica di pubblicizzare alcuni istituti privati (media, associazioni di categoria, ordini professionali) e alcuni rapporti patrimoniali privati (rapporto di lavoro, proprietà intellettuale, brevetti, attività d’impresa ecc) al fine di controllarli. La furbata ha però consentito di trasferire la mediazione politica dei conflitti tra interessi particolari in sede extraparlamentare e di sostituire il compromesso privato tra le formazioni rappresentanti quegli istituti e rapporti alla conciliazione in sede politica. Dal punto di vista culturale questa evoluzione del sistema partitico si è nutrita dell’identificazione del concetto di Democrazia con liberismo e poi con socialismo e con la trasformazione dei desideri individuali in diritti individuali. L’impennata di relativismo che ne è seguita ha svuotato le procedure conosciute di partecipazione e la politica degli ultimi vent’anni ha mancato, più che fallito, all’impegno di risposte istituzionali adeguate alla pretesa di partecipazione politica che alla fine è esplosa.
Grillo dal canto suo ha intuito l’opportunità offerta da Internet di rispondere a questa pretesa e ha usato la rete per trasformare i suoi simpatizzanti da Comunità Downloading (capace di scaricare e acquisire informazioni) in Comunità Uploading (capace di caricare e diffondere messaggi). E’ così che ha dato vita ad una Comunità di rete capace di affermarsi in una doppia accezione: quella di sede ove si discute di politica e quella di sede di giudizio critico e controllo politico-sociale. Sempre più attoniti e sbandati i partiti hanno visto quella Comunità divenire forza politica e si sono scoperti incapaci di comprendere come potessero gli individui potessero sommare alla originaria identità (sociale e politica) quella di tante altre specificità (ecologica, professionale, etica, religiosa ecc) senza per questo perdere la propria individualità. Impaurita e ignorante l’intero sistema partitico ha scelto l’autoreferenzialità arroccandosi nelle istituzioni a difesa dei propri privilegi. Abituata a disinteressarsi del giudizio che i cittadini si formavano su un atto delle Istituzioni (sentenza, legge, indirizzo amministrativo dell’Esecutivo) i partiti non hanno capito che i Padroni della Bottega sanno tutto in tempo reale e si esprimono, sempre in tempo reale, fornendo utili indicazioni sul loro orientamento.
La Comunità Cinque Stelle ha ora l’occasione, anzi l’obbligo, di trasformarsi da forza di mera protesta, capace delegittimare le Istituzioni, in forza capace di indirizzare e razionalizzare il dissenso per riformare le Istituzioni. Ma allora come fare per recuperare e mantenere, tra rappresentanti e rappresentati, sintonia ? L’interrogativo è centrale ma potrebbe giovarsi della risposta a tre subordinate. Prima: esiste una Comunità riconoscibile e identificabile cui poter attribuire capacità di esprimere la posizione della società su temi interessanti la convivenza? Seconda: è possibile avere riscontri che un dissenso manifestato da questa Comunità fra una elezione e la successiva sia effettivamente rappresentativo ? Terza: come verificare l’eventuale ricostituzione dell’originaria sintonia rappresentativa a seguito di una decisione assunta allo scopo ? Grillo sembra essere riuscito a dare una risposta a queste domande mentre i partiti storici, nella consapevolezza di non saper rispondere, hanno evitato di porsele continuando a comportarsi come comunità downloading che leggono i sondaggi.
Mai però come in queste elezioni, i sondaggi hanno dimostrato di valere quel che valgono: poco o nulla.
I loro risultati offrono una rappresentatività costruita algoritmicamente ossia probabilistica, inoltre non esistendo regole condivise per la redazione dei quesiti la valutazione degli esiti diventa contraddittoria. Infine l’orientamento del sondaggista, sia esso noto effettivamente o presuntivamente o del tutto sconosciuto, incide sulla sincerità delle risposte perché nessuno dubita mai che un orientamento il sondaggista comunque lo abbia. E così ci si potrà sentire rassicurati o prevenuti, finendo per peccare di condiscendenza, radicalità o superficialità. Per queste ragioni sembra arrivato il momento di un gentlemen agreement fra gli operatori allo scopo di assicurare un minimo di oggettività ai risultati (ad esempio criteri omogenei per la selezione del campione intervistato). Se difatti su specifici provvedimenti si fosse potuto contare su un termometro del feeling tra Istituzioni e Cittadini, il sistema dei partiti non sarebbe caduto dal pero di fronte all’exploit grillino.
Grazie alla peer review (e il fact checking) chiunque abbia un pc e in tempi rapidi può oggi controllare le procedure di rilevamento delle opinioni così che barare è difficile. Ne sa qualcosa Dan Rather, il redattore della CBS costretto alle dimissioni perché scoperto da due bloggher ad utilizzare documenti falsi per negare il servizio del Presidente G W Bush nella guardia nazionale e ancor di più ne sa la Segreteria di Stato Usa dopo le performances di Wikileaks ! Voglio dire: i sondaggi sono uno strumento di partecipazione e se considerati come return e non one way ticket potrebbero fare grande chiarezza sulla percezione che i cittadini hanno dell’attività dei poteri o degli ordini dello Stato non rappresentativi (Corte Costituzionale, CSM, Magistratura Corpi di Polizia, ecc) a proposito di leggi o progetti di legge. La rapidità con cui si è formata ed affermata la Comunità Grillina è un monito di cui il sistema partitico deve fare tesoro perché il suo futuro non è più solo incerto ma anche buio.