Israele, ex premier Olmert entra in carcere: “Ho commesso errori non reati”

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Israele, ex premier Olmert entra in carcere: “Ho commesso errori non reati”

15 Febbraio 2016

Per la prima volta nella storia di Israele, un ex primo ministro entra in carcere per scontare una pena. Lui è Ehud Olmert, 70 anni, che oggi ha varcato l’ingresso del carcere di Maasiyahu, a sudest di Tel Aviv, poco dopo le 10 di questa mattina. Dovrà scontare una pena di 19 mesi per corruzione e ostruzione della giustizia. 

 

L’ex premier ha pubblicato un video sul web prima di essere portato via: ricorda i suoi successi nei decenni al potere, gli sforzi per raggiungere un accordo di pace con i palestinesi, cerca di lasciare in eredità un’immagine più pulita di quella rovinata dagli scandali. Il filmato è stato ripreso nella casa di Katamon Vecchia a Gerusalemme, la città di cui è stato sindaco ed è attorno a quel periodo che si sono concentrate le inchieste dei magistrati e della polizia.

 

"La vita non mi offre una prova facile. L’affronto con grande tristezza", ha detto Olmert nel video . "Ho commesso degli errori", ma non dei reati, ha proseguito l’ex premier, negando di aver mai intascato mazzette. Per alcuni di questi errori "pago oggi un caro prezzo, forse troppo caro", ha detto ancora Olmert, che è sposato, con cinque figli e 11 nipoti. 

 

Il ruolo politico di Olmert in questi anni di processi è stato rivalutato, perfino quei trentaquattro giorni di guerra con l’Hezbollah libanese, che – ammettono adesso gli analisti – hanno per ora garantito la tranquillità sul fronte nord. Cresciuto nel Beitar, il movimento giovanile della destra, aveva seguito Ariel Sharon prima nel ritiro da Gaza e poi nel progetto di creare un partito di centro con la fuoriuscita dal Likud. Una svolta ideologica che l’aveva portato dal sogno della Grande Israele (con l’annessione della Cisgiordania) alla convinzione della necessità di separarsi dai palestinesi, di lasciare quei territori conquistati con la guerra del 1967. 

 

È stato trasmesso in diretta dalle televisioni israeliane il suo arrivo a Maasiyahu, uno spettacolo dell’«orrore» l’ha definito il commentatore Udi Segal sul quotidiano Maariv: "Tutti stiamo davanti allo schermo, qualcuno con vergogna, qualcuno con tristezza, qualcuno con pietà molti con un senso di rivincita".