Israele, Isacco e il ritorno del sacrificio umano

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Israele, Isacco e il ritorno del sacrificio umano

23 Dicembre 2011

Mentre l’Iran corre verso la bomba, molti osservatori sembrano pensare che la minaccia più grande sia il fatto che Israele possa agire contro il programma nucleare iraniano. Questo è qualcosa che solleva degli interrogativi: cosa succederebbe se – e Dio non voglia – l’islam militante con la forza delle armi, e con il supino permesso dell’Occidente, riuscisse a distruggere lo Stato d’Israele?

1)    Il popolo ebraico non avrebbe più la sua terra ancestrale;

2)    Gli ebrei non avrebbero più alcuna luogo dove stare;

Alla conferenza di pace di Versailles, Woodrow Wilson affermò come chiaro assertività morale che ogni popolo avrebbe dovuto vedersi garantito il diritto all’auto-determinazione nazionale. L’Occidente, dal quel momento in poi, non combatté né per l’impero, né per l’espansione nazione, bensì in autodifesa, o in difesa di quest’asserzione. Invece, per lo Stato ebraico, l’Occidente di sinistra mette da parte questo intendimento.

Sin dalla propria nascita, Israele ha porto l’altra guancia. Eric Hoffer ha scritto che Israele è stato l’unico paese a cui il resto del mondo abbia chiesto un comportamento da cristiano. Alcuni ebrei sostengono che gli arabi hanno un migliore sistema di relazioni pubbliche. Non ne hanno bisogno. L’Occidente di sinistra non ha bisogno di essere convinto. Si eccita al solo pensiero di avere una scusa per recedere da qualcosa che considera un colossale errore.

L’Occidente di sinistra ha per decenni indugiato in un’orgia d’auto-flagellazione. Abbiamo goduto di comodità e sicurezza, ma ciò, in assenza di gratitudine e patriottismo, ha generato insicurezza. La cura a questo sentimento d’insicurezza si può toccare con mano nella protesta contro la nostra inutilità e la condanna della proprietà privata.

Ma nessuno nel ricco Occidente e nessuno tra i vari manifestanti che si battono contro le varie ingiustizie è pronto ad agire in coerenza con le proprie proteste. L’avversario nel film “The Corporation” usa comunque un IPhone che gli permette di aggregare i propri simili. Le celebrità che fanno la manfrina alle manifestazioni di Occupy continueranno a investire i propri proventi da capitale, e lo stesso campione dello spossessato di Levante (i palestinesi, ndt) non solo si schermirà di fronte alle richieste degli indiani d’America che reclamano la sua terra, la stessa ch’egli stesso sente come propria ormai – ma quel campione è lo stesso che farà addirittura pressioni sul consiglio comunale locale per chiedere che i rifugi per senza tetto siano costruiti ovunque ma non nel suo circondario.

I precettori coraggiosi che vorrebbero eliminare la Povertà, la Guerra, lo Sfruttamento, il Colonialismo, l’Ineguaglianza e via dicendo, si fermano alle dichiarazioni d’intenti. Ci spieghino come fanno a sincronizzare il proprio saggio fervore con la propria inazione?

Come fanno a mettere a tacere l’ansia che ne risulta? La risposta della Sinistra è la più vecchia del mondo: la chiama degli Dei. Ma come potranno gli Dei essere rabboniti? L’immemore risposta è: con il sacrificio umano.

Qual è l’essenza della Torah? Non sono i Dieci Comandamenti, quelli si conoscono e la loro messa in atto ha aspirato quasi ogni civilizzazione. Il rabbino Lawrence Kushner insegna che essi sono al massimo un biglietto da visita; a dire: “ti ricordi di me…?”.

L’essenza della Torah è l’Akedah, il sacrificio di Isacco. Dio parlò ad Abramo, come accadde per millenni quando gli dei del deserto parlavano ai nomadi: “Se vuoi superare il tuo patema, dammi la cosa più preziosa che hai”.

Per questo la chiama di Dio ad Abramo non fu né inusuale né, forse, inaspettata. Dio aveva chiesto ad Abramo di lasciare la sua gente e la sua dimora, e di dirigersi al luogo che Dio gli avrebbe indicato. E Dio disse ad Abramo di portare suo figlio alla montagna e di ucciderlo, come hanno fatto gli esseri umani per decine di millenni.

Ciò detto, non si dimentichi che per la prima volta nella storia, quella narrativa cambiò. Il sacrificato, Isacco, non si fece fare. Domandò a suo padre: “Dov’è il capro che dobbiamo sacrificare?”. Quella fu la voce della coscienza e di fronte ad essa la mano di Abramo, mentre si abbatteva il suo coltello, fu fermata. Quella fu la nascita dell’Occidente, e la nascita del peso dell’Occidente che è la coscienza.

Precedentemente il patema d’animo e la paura presente su tutti gli essere umani era chiamata paura degli Dei, alla quale si rispondeva con la propiziazione ovvero con il sacrificio. Ora, invece, il peso dell’uomo non è dare agli Dei come si faceva un tempo ciò che si immaginava, per paura, fosse il loro volere, bensì dare in coscienza quel che un Dio compreso richiede.

Nell’abbandono dello Stato d’Israele, l’Occidente torna al sacrificio pagano, una volta ancora, non facendo un’offerta propiziatrice, stavolta non con quel che si possiede, bensì con quello che appartiene ad altri. Nella cornice della Realpolitik, l’Occidente di sinistra antisemita può essere paragonato alla cessione di Chamberlain della Cecoslovacchia a Hitler, un tozzo di pane dato al terrorismo. Al livello di coscienza, è il rinnovarsi del dibattito sul sacrificio umano.

*David Mamet è autore di teatro e scenografo.

Tratto dal Wall Street Journal

Traduzione di Edoardo Ferrazzani