Israele. Netanyahu ottiene due settimane in più per formare il governo
20 Marzo 2009
di redazione
Impegnato da un mese nel tentativo di assemblare una coalizione composta da sei partiti (confessionali e nazionalisti), il premier israeliano designato Benyamin Netanyahu (Likud) ha ottenuto oggi dal Capo dello stato Shimon Peres due settimane supplementari per completare la squadra di governo.
A Peres, Netanyahu ha detto che potrebbe già presentare un nuovo governo la settimana prossima alla Knesset. Nelle scorse settimane ha avuto modo di aggiornarsi sui problemi che gravano su Israele parlando con responsabili militari e con esponenti del mondo dell’economia. La conclusione è che serve un governo allargato, in particolar modo ai centristi di Kadima e ai laburisti di Ehud Barak. Peres ha trovato "molto buon senso" in questa analisi e Netanyahu ha colto l’occasione per lanciare ai dirigenti di Kadima e del Labor un nuovo appello affinchè superino le remore di carattere "personale e partitico".
La leader di Kadima Tzipi Livni resta comunque determinata a far parte dell’opposizione perchè non crede che la politica estera di Netanyahu e del suo probabile ministro degli esteri Avigdor Lieberman sia digeribile negli Stati Uniti e in Europa.
Da Barak, invece, Netanyahu ha già un assenso di principio: martedì dovrà essere sottoposto al giudizio della Conferenza laburista che si presenta lacerata all’appuntamento. Barak non esita ad entrare in un governo spostato a destra perchè, a differenza della Livni, le sue priorità sono prevalentamente di carattere militare (dovrebbe essere confermato alla difesa) ed economico. Lo assiste il sostegno del segretario generale della Histadrut (centrale sindacale) Ofer Eini secondo il quale per far fronte alla crisi sarebbe utile ai lavoratori la assegnazione ai laburisti di dicasteri di carattere economico. Nel 2009, secondo le prime analisi, masse di salariati potrebbero perdere il posto di lavoro: 80 mila famiglie rischiano di scendere sotto la soglia di povertà e nelle zone periferiche di Israele cittadine intere potrebbero finire in ginocchio.
Oltre alle condizioni oggettivamente preoccupanti della sicurezza e della economia israeliana, fra Netanyahu ed Ehud Barak si è creata una unità di intenti che va oltre le ideologie originarie dei rispettivi partiti. Da giovani servivano entrambi nella medesima unità di elite, la "Sayeret Matcal". Negli ultimi anni la barriera ideologica si è stemperata.