Istanbul, Piazza Taksim come Piazza Tahrir. Erdogan isolato si scusa
01 Giugno 2013
I turchi sono arrabbiati e frustrati per la decisione del presidente Erdogan di costuire un centro commerciale sulle ceneri di uno dei più famosi parchi di Istanbul. Ma quella che in Turchia è partita come una protesta dal basso, nata dalla malaugurata decisione governativa di tagliare 600 alberi nel parco, si sta trasfomando con il passare delle ore in una polveriera esplosiva, da dove emerge tutto il risentimento verso le politiche del governo neoislamico al potere ad Ankara. Agli ambientalisti scesi in piazza per primi si sono uniti presto gruppi gay e lesbiche, socialisti, sindacati, membri della opposizione in parlamento provenienti un po’ da tutto lo spettro politico. Sono arrivati a dare man forte anche degli inediti "musulmani anticapitalisti", forse epigoni di Akim Bey. L’uso eccessivo della forza da parte della polizia, i cannoni d’acqua, i lacrimogeni lanciati dagli elicotteri sulla folla non hanno fatto altro che esacerbare gli animi, in una escalation di tensioni che non si ferma. Scegliere piazza Taksim ha un significato preciso per chi si oppone al governo. La piazza era stata infatti vietata per la recente manifestazione del Primo Maggio ed altre manifestazioni future, ma l’unico risultato ottenuto da Erdogan è di averla trasformata Taksim in una nuova Piazza Tahrir. Il punto focale di tutte le proteste contro le autoritarie politiche governative.