Istanbul, sono 44 le vittime dell’attentato. Oltre 230 membri del partito filocurdo arrestati
12 Dicembre 2016
Centodiciotto esponenti di Hdp, il Partito democratico filocurdo, sono stati arrestati in Turchia dopo l’attentato a Istanbul che ha fatto almeno 44 morti. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Tak, una costola “dissidente” del Pkk. Come riporta il sito del quotidiano Hurriyet, tra le persone arrestate figurano i leader provinciali del partito di Istanbul e Ankara, Aysel Guzel e Ibrahim Binici.
La cifra include gli arresti di stamani di oltre un centinaio di membri del partito filo-curdo Hdp e quelli delle persone accusate di aver celebrato l’attacco sui social network. La Turchia ha anche bombardato le postazioni curde nel nord dell’Iraq. Secondo l’agenzia Dogan, l’esercito turco ha colpito “membri dell’organizzazione terrorista separatista“, come viene indicato dalle autorita’ di Ankara il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Pkk, nella regione di Zab, nel nord dell’Iraq, distruggendo il loro quartier generale e anche postazioni militari.
Nell’attentato compiuto all’esterno dello stadio di calcio Besiktas (prima un’autobomba nel punto di raccolta dei poliziotti, poi un kamikaze in un parco vicino), avvenuto due ore dopo una partita tra la squadra locale e il Bursaspor, sono morte 44 persone, in gran parte agenti, e ne sono rimaste ferite oltre 150.
Dal carcere arriva la netta condanna da parte del leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, che in un messaggio inviato dal penitenziario di massima sicurezza di Edirne scrive: “Condanno nei termini più forti l’atroce massacro avvenuto sabato a Istanbul. Invito la nostra società , il nostro popolo a restare insieme nella speranza di un’opposizione alla violenza. Per quanto difficili siano le circostanze, non dobbiamo abbandonare la nostra richiesta di pace, a cui attribuiamo un valore sacro, e non dobbiamo perdere la speranza”. Demirtas è detenuto da oltre un mese con accuse di “terrorismo” a sostegno del Pkk curdo. L’Hdp aveva già diffuso domenica un comunicato di condanna del duplice attentato.