Istat, allarme: il ritmo dell’economia rallenta ancora. Rischi nel breve termine
05 Luglio 2016
La nota mensile dell’Istat prende atto dell’indebolirsi delle prospettive economiche italiani, limitandosi per ora ai primi due aspetti: “Segnali meno favorevoli provengono dai consumi, dal clima di fiducia delle famiglie e dalle imprese dei servizi. In questo quadro, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato un’ulteriore discesa, prospettando un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine”. E’ quanto scrivono gli statistici nella loro nota mensile sull’andamento dell’economia.
L’Istituto di ricerca poi aggiunge: “Prosegue la fase di crescita moderata dell’economia italiana sostenuta dal miglioramento dei ritmi produttivi dell’attività manifatturiera e dai primi segnali di ripresa delle costruzioni, in presenza di un recupero della redditività delle imprese e di un aumento dell’occupazione”.
Per poi declinare il suo punto di vista sul momento storico europeo: “L’assenza di una quantificazione dei possibili effetti economici dell’esito del referendum del Regno Unito, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha evidenziato un’ulteriore decelerazione, proseguendo la tendenza in atto da inizio anno“.
A complicare il quadro congiunturale c’è poi la caduta dei prezzi al consumo, che si è ulteriormente accentuata a giugno. L’Istat puntualizza che le attese di inflazione degli operatori “non evidenziano orientamenti molto differenti rispetto al recente passato, confermando prospettive di una inflazione ancora debole”. Ne deriva che “oltre la metà dei consumatori continua ad aspettarsi prezzi al consumo stabili nei prossimi dodici mesi, mentre tra i produttori di beni di consumo le indicazioni di possibili aumenti nel breve periodo rimangono molto limitati”.
La caduta dei prezzi al consumo si e’ ulteriormente accentuata in giugno. Secondo la stima preliminare, l’indice per l’intera collettività nazionale è diminuito su base annua dello 0,4%, un decimo di punto in meno rispetto a maggio. La debolezza della dinamica inflativa di fondo, e della componente dei beni in particolare, riflette l’accentuazione della caduta dell’inflazione nelle fasi iniziali di formazione dei prezzi.
Segnali positivi arrivano invece dal mercato del lavoro nell’area dell’euro: grazie alle buone performance che hanno interessato l’attività produttiva, il tasso di disoccupazione è tornato ai livelli del luglio del 2011, scendendo al 10,1%. L’Eurozona, spiega poi l’Istat, ha inoltre registrato una crescita congiunturale dello 0,6% e un +1,1% per la produzione industriale (ma anche un -0,2% per la produzione delle costruzioni).