Istat: culle sempre più vuote. Ma che fine ha fatto il bonus bebè?

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Istat: culle sempre più vuote. Ma che fine ha fatto il bonus bebè?

08 Febbraio 2018

Purtroppo non è una novità: secondo gli ultimi dati Istat, nel 2017 sono nati in Italia solo 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016 quando se ne contarono 473mila. Si tratta di un nuovo record negativo dall’Unità d’Italia, dopo quello battuto l’anno scorso. In più, il “saldo naturale”, cioè la differenza tra numero di nati e numero di decessi, è negativo per 183 mila persone. Anche qui, un record, il minimo storico, superando di 21mila unità il precedente record negativo registrato nel 2015 (-162mila).

Dicevamo, non è una novità. Anche perché il trend negli anni scorsi non ha mai subito inversioni di tendenza. E anche le rare eccezioni dove si registra un aumento delle nascite, il più delle volte è grazie al contributo degli stranieri. Il caso del Policlinico di Modena ne è un esempio, dove il 2017 ha registrato un aumento dei parti, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, ma più della metà dei bimbi ha almeno un genitore non italiano. In più, i dati del Policlinico dicono che l’età delle neo mamme italiane è in aumento, segno evidente che si arriva a far famiglia sempre più tardi. “La denatalità resta un tema scottante, su cui è urgente intervenire con una seria politica “family friendly”” ha dichiarato in merito Eugenia Roccella, candidata di Noi con l’Italia a Bologna, Modena e Ferrara.

Una politica “family friendly”, già. Proprio quella che è mancata ai governi Renzi e Gentiloni. I dati dell’Istat, infatti, non fanno altro che dimostrare che le misure varate dai governi a guida Pd non hanno prodotto risultati per le famiglie, tali da poter invertire la tendenza negativa. Non solo. Se si pensa che i nuclei familiari in condizioni di povertà, soprattutto quelli numerosi con figli minorenni, sono in aumento, è evidente che qualcosa non ha funzionato.

Solo ora il ministro della salute Beatrice Lorenzin, in piena campagna elettorale, promette un “raddoppio del bonus bebè”, mentre il suo alleato Renzi la spara ancora più grossa: una misura fiscale unica da 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni, 400 euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni. Ma forse entrambi si dimenticano che il governo Gentiloni, sostenuto da entrambi, ha rischiato di cancellare dall’ultima manovra economica il bonus bebè, l’unica misura renziana a sostegno della famiglia, salvo poi reintrodurla con un budget dimezzato. Forse la volevano eliminare perché, dati alla mano, non ha fatto granché? Può darsi. Ciò che è certo è che un bonus, intero o a mezzo servizio, da solo non può risolvere il problema della natalità ed essere l’unico sostegno per le famiglie. A poco infatti serve un assegno di natalità se poi vengono approvate leggi che mirano a distruggere il concetto di famiglia, dalla legge sul divorzio breve che ha declassato il matrimonio a patto di convivenza a quella, tanto discussa, sulle unioni civili.

E’ mancata, dunque, una politica familiare seria, capace di prendere provvedimenti a tutto campo, dai servizi al fisco, per ridare speranza a quanti desiderano mettere al mondo un bambino. Ecco perché, per le famiglie, serve davvero un altro programma. Altrimenti in futuro sarà sempre peggio.