Istat, i giovani senza lavoro sono più del 40%
31 Gennaio 2017
Le percentuali di disoccucpazione giovanile dovrebbero preoccupare il governo Gentiloni. Il mese scorso il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è infatti tornata a sfondare la quota psicologica del 40%. Secondo i dati forniti dall’Istat, il tasso si attesterebbe al 40,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Le percentuali rese note sono la conferma che le politiche del lavoro di Matteo Renzi sono un fallimento. Ogni mese i dati dell’Istat certificano il flop del Jobs Act e l’incapacità del mercato del lavoro di riprendersi. A dicembre, per esempio, il tasso di senza lavoro è al 12%. Rispetto a novembre non è cresciuto nemmeno di un decimale. Immobile. Nel confronto con dicembre 2015, però, il tasso è salito di 0,4 punti percentuali. La stima dei disoccupati è in aumento su base mensile (+0,3%, pari a +9mila). La crescita è attribuibile alla componente femminile a fronte di un calo per quella maschile e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione dei 25-34enni.
Ma non è tutto. Per la prima volta, l’Istat ha analizzato anche l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sull’occupazione. Negli ultimi dodici mesi la performance occupazionale (ovvero la stima della variazione tendenziale degli occupati al netto della componente demografica) con 293mila persone in più è stata migliore dell’andamento registrato dal numero di occupati (più 182mila). Dai dati emerge che il processo di invecchiamento della popolazione fa segnare un meno 111mila. Sul calo degli occupati nella fascia 15-49 anni (meno 168mila unità in tutto) influisce, ovviamente, la diminuzione della popolazione di questa età. Tra i 50-64enni, al contrario, la crescita demografica contribuisce ad accentuare l’aumento dell’occupazione a tempo determinato dalla sempre più ampia partecipazione al lavoro.