Istat: Italia rallenta, crescita a rischio. Capito @matteorenzi?

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Istat: Italia rallenta, crescita a rischio. Capito @matteorenzi?

Istat: Italia rallenta, crescita a rischio. Capito @matteorenzi?

06 Maggio 2016

L’Istat lo dice chiaro, la crescita in Italia rischia di rallentare nel breve periodo. Doccia fredda per il presidente Renzi e il ministro della economia Padoan, con l’Italia che su tanti temi in agenda resta fanalino di coda della Ue. I segnali positivi per l’economia italiana, secondo la nota di aprile di Istat, riguardano il miglioramento della produzione industriale, il consolidamento dell’occupazione permanente, la crescita del potere di acquisto delle famiglie. Ma per Istat la evoluzione del clima di fiducia resta incerta e l’indicatore composito che anticipa l’andamento della economia mostra appunto i rischi di un rallentamento dell’attività.

Spulciando i dati, scopriamo che se l’indice della produzione industriale ha mostrato un andamento mensile altalenante (bene il settore delle costruzioni), la media degli ultimi tre mesi è al netto comunque negativa (-1%) con cali significativi nei comparti dell’energia (-10,4%) e dei beni strumentali (-1%). Nel mese di marzo battuta di arresto anche per il commercio con i Paesi extra Ue, più per le importazioni (-2%) rispetto alle esportazioni (-0,3%). Gli italiani pensano al mattone, il mercato immobiliare ha registrato, nel quarto trimestre del 2015, un consolidamento dei segnali di ripresa delle compravendite (+9,1% la variazione tendenziale), che ha portato a una crescita in media d’anno del 5,2%. Nel periodo dicembre-febbraio l’indice delle vendite ha comunque registrato una sostanziale stazionarieta’ (+0,1%).

L’occupazione sembra restare stabile ma siamo allo zero virgola: +0,1%, pari a 17 mila occupati in più rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso, mentre resta da chiarire se si tratti di veri nuovi posti di lavoro visto che aumentano i contratti di lavoro permanente (+0,5%, 72 mila occupati in più), a fronte di una diminuzione di quelli a termine (-2,1%, -52 mila unità). Il saldo dei nuovi occupati rischia quindi di essere anch’esso poco galvanizzante. Nel primo trimestre dell’anno, la variazione congiunturale positiva dello stock di occupazione ha riguardato unicamente gli individui di 50 anni e più. Per i giovani, in particolare nel Meridione, la situazione continua ad essere negativa.

Variazione annua negativa, infine, per l’indice dei prezzi al consumo (-0,4%, il valore piu’ basso dal gennaio dello scorso anno). La caduta tendenziale continua a risentire dell’evoluzione dei prezzi per le componenti più volatili, secondo gli esperti.

“Previsioni cupe,” il commento di Renato Brunetta (Forza Italia), “cui si aggiunge la reprimenda della Banca centrale europea: i continui rinvii del pareggio di bilancio e l’inerzia del governo nella riduzione del debito pubblico aumentano l’incertezza e sono segnale di non credibilità della politica economica italiana. In sintesi: Renzi si gingilla con annunci e mance, distruggendo così non solo il bilancio pubblico – come ha fatto con il bonus degli 80 euro e quello dei 500 euro, che hanno aumentato il deficit e il debito – ma distruggendo anche l’affidabilità del nostro paese, ormai precipitata a livelli tali da produrre disaffezione e fuga degli investitori stranieri”.

“A due settimane dal giudizio definitivo della Commissione europea sulla irresponsabile Legge di stabilità del governo, per Matteo Renzi quelli di Istat e Bce non possono sicuramente considerarsi segnali confortanti. E l’esecutivo trema”, conclude Brunetta.