Istat: Nel primo trimestre crescita ancora con incertezze
06 Aprile 2016
I dati Istat registrano un rallentamento nel recupero dell’economia italiana. L’istituto di ricerca diffonderà il dato del primo trimestre a inizio maggio. Ma in una nota pubblicata stamani dall’istituto ha reso noto: “Sebbene in decisa decelerazione, a gennaio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana suggerisce il proseguimento della fase di recupero dell’attività economica anche nel primo trimestre dell’anno in corso”.
Il quadro tracciato dall’Istat nel suo report Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società evidenzia come il potere d’acquisto in Italia torni a registrare un segno più – +0,8% – per la prima volta in otto anni (non accadeva dal 2007). Il dato, però, è condizionato dalla deflazione: i prezzi in calo rendono più accessibili beni e servizi.
Il tasso di investimento, invece, cioè il rapporto tra investimenti fissi lordi (acquisti di abitazioni e reddito disponibile lordo), è rimasto stabile, rispetto al 2014, al 6,2%.
Nel 2015, rileva l’Istat, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata del 40,6%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto al 2014. Nel quarto trimestre del 2015 questa quota è risultata pari al 40,5%, in diminuzione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e invariata rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso nel 2015 al 18,4%, con una riduzione dello 0,3% rispetto al 2014. Nell’ultimo trimestre del 2015 è stato pari al 18,3%, risultando invariato rispetto al trimestre precedente ma in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2014.
Le uscite totali lo scorso anno, dunque, sono aumentate dello 0,1% rispetto al 2014 e il corrispondente rapporto rispetto al Pil è stato pari a 50,5% (51,2% nel 2014). Nel dettaglio delle singole voci si nota l’impennata delle “uscite in conto capitale” (+10,7%, che diventa +25,5% guardando al quarto trimestre del 2015). D’altra parte, proprio in questa sezione della spesa rientrano, spiega l’Istat, le risorse trasferite per il salvataggio delle quattro banche.