Italia-Libia. Frattini difende visita Gheddafi: “Ci apre porte in Africa”

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Italia-Libia. Frattini difende visita Gheddafi: “Ci apre porte in Africa”

02 Settembre 2010

"I rapporti che l’Italia ha con Gheddafi non li ha con nessun altro Paese". Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista a la Stampa, difende oggi la visita del leader libico Muammar Gheddafi in Italia e dice di "non essersi impressionato per niente" per le sue dichiarazioni sull’Islam.

Gheddafi "va in giro per l’Africa a dire che l’Italia è l’unico paese che ha superato il colonialismo: sa questo quante porte apre in Africa?". "L’Africa è una bomba demografica, è impensabile che il Maghreb si metta a fare il gendarme per conto dell’Europa", nota ancora Frattini che , riferendosi alle dichiarazioni di Gheddafi sui fondi europei necessari per fermare il flusso d’immigrati, sottolinea come servano "fondi per lo sviluppo dell’Africa sahariana, e 5 miliardi sono ancora pochi".

Quanto al tema dei diritti umani e dei migranti, Frattini sottolinea che "puntando il dito contro la Libia non si ottiene nulla. Noi non lo abbiamo mai fatto e per questo possiamo raggiungere risultati". "Non è vero, come sostiene Laura Boldrini" che l’ufficio dell’Unhcr è chiuso, afferma il ministro, "è aperto, tratta le pratiche pendenti e non ancora quelle nuove per la semplice ragione che si sta negoziando con i libici un accordo di sede". Su la Stampa, Frattini risponde anche alle polemiche sulle hostess: "So dalla figlia di un mio amico fraterno, che per un caso era lì, che Gheddafi ha parlato di un Islam che deve essere europeo, non di un’Europa da islamizzare".

"Anche nel centrodestra – afferma il ministro – c’è gente che non capisce la politica internazionale. Come è possibile esserci battuti tutti, anche Maurizio Lupi e Mario Mauro, per le radici cristiane dell’Europa e poi arrivare a farci spaventare da una battuta, certamente folcloristica e provocatoria? Io non mi sono impressionato per niente".