Italia Popolare, il manifesto
15 Dicembre 2012
di redazione
1. La nostra visione, i nostri valori
Ci riconosciamo pienamente nei valori che ispirano il Popolo della Libertà. Siamo “un movimento di donne e uomini che credono nella libertà e vogliono rimanere liberi, e si riconoscono nei valori del Partito dei Popoli Europei: la dignità della persona, le centralità della famiglia, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà. Il Popolo della Libertà è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia, nel rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale”. Per noi, questi valori non sono una “premessa teorica”: sono l’orizzonte dell’agire politico concreto.
2. La persona prima di tutto
La persona è misura e fine dell’azione nello spazio pubblico. Centralità della persona significa tutela della vita dal concepimento alla conclusione naturale e in ogni sua fragilità, significa promozione delle forme comunitarie a partire dalla famiglia, difesa della libertà educativa, libertà di associazione, libertà economica, proprietà privata e dignità nel lavoro. Centralità della persona significa anche tutela e valorizzazione delle autonomie sociali e locali; significa promozione di una società viva di persone protagoniste, che possono con il loro lavoro provvedere a se stesse e ai loro cari, che possono associarsi per rispondere ai bisogni propri e altrui. Centralità della persona significa adesione ai fondamenti della nostra millenaria civiltà.
3. Riformare le istituzioni per rilanciare il Paese
Vogliamo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, un sistema elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti e il governo e la realizzazione della piena partecipazione delle donne.
4. Per la crescita e il lavoro
La crescita presuppone la consapevolezza che il futuro di tutti dipende anche dal proprio personale impegno. Essa può ripartire solo dalla liberazione della vitalità sociale in uno Stato semplice e autorevole. E si traduce in occupazione se il lavoro è regolato da norme essenziali e da liberi accordi nelle aziende e nei territori. La migliore tutela del lavoro è il continuo accesso alle conoscenze e alle competenze integrando apprendimento teorico e pratico.
5. Un nuovo patto generazionale per il futuro dei nostri figli
La crisi dell’Occidente è crisi di speranza e di capacità di guardare al domani. Essa si manifesta nel declino demografico, nella ridotta capacità innovativa, nell’illusione di arricchimento virtuale, nella perpetuazione di sistemi di protezione sociale ormai insostenibili. Vogliamo abbattere le barriere culturali e materiali che disincentivano la natalità e investire sul futuro mettendo al centro dell’azione politica i giovani e la loro capacità di innovare e migliorare la società.
6. Più Europa, migliore Europa
La piramide europea dev’essere rovesciata. Non più un vertice da cui promanano prescrizioni, ma società libere che alla cessione di sovranità vedano corrispondere istituzioni comunitarie più efficaci, rappresentative, democratiche e maggiore coesione tra i popoli. Un’Europa con una moneta unica, con un unico tasso di interesse, con una Banca Centrale dotata di pieni poteri e con regole e garanzie che sappiano contemperare i legittimi interessi nazionali con una dimensione solidale. Un’Europa che nel rigore persegua la crescita. Un’Europa politica espressa dal voto popolare. L’Europa è diventata grande nel segno del pluralismo, della libertà, della scommessa sulle potenzialità delle persone. La fedeltà alle proprie radici è il miglior viatico per il suo futuro.
7. Favorire lo sviluppo creando le condizioni di contesto
Quella tra rigore e sviluppo è una falsa contrapposizione. Solo con la stabilità finanziaria si pongono le basi per un autentico sviluppo economico e solo con la crescita il rigore dei conti diventa sostenibile ed equo. Lo sviluppo, a sua volta, non si produce per decreto né con la dilatazione della spesa pubblica, ma attraverso la creatività e la responsabilità del lavoro e dell’impresa. Compito dello Stato è invece creare un contesto favorevole alla libera iniziativa: dalle infrastrutture alla formazione del capitale umano, dalla semplificazione normativa e burocratica alla certezza delle relazioni giuridiche, dalla rimozione degli ostacoli all’ingresso di donne e giovani nel mondo del lavoro alla realizzazione di condizioni attrattive per gli investimenti.
8. Aggredire la spesa per abbattere la pressione fiscale
L’abbattimento della pressione fiscale è obiettivo prioritario. L’attuale modello disincentiva la crescita e non scoraggia l’evasione. Un sistema semplice e ragionevole costituisce il miglior incentivo alla lealtà tra contribuente e amministrazione tributaria. Con i vincoli di bilancio, l’abbassamento delle tasse impone di aggredire la spesa pubblica eliminando quella improduttiva e razionalizzando quella necessaria. Vogliamo meno apparati pubblici, un modello sociale ridisegnato secondo il principio di sussidiarietà, costi e fabbisogni standard per Comuni e Regioni, la incandidabilità degli amministratori che portano al fallimento le loro amministrazioni.
9. Spezzare la spirale del debito
Sul presente e sul futuro del Paese grava un debito pubblico abnorme che si auto-alimenta a causa della spesa per interessi. Per spezzare questa spirale vogliamo un’operazione straordinaria di riduzione del debito attraverso la effettiva valorizzazione del patrimonio pubblico e il completamento delle dismissioni.
10. Per un fisco formato famiglia
La famiglia rappresenta, oltre che il luogo di sviluppo della persona, anche la cellula fondamentale di produzione della ricchezza. Come tale, deve essere considerata come l’unità fondamentale ai fini del calcolo della capacità contributiva. Di qui l’esigenza di affermare il quoziente familiare.
11. Al fianco delle imprese per far crescere l’Italia
Vogliamo promuovere: misure per favorire l’accesso al credito, la riduzione dei tempi di pagamento dei debiti della P.A., il rafforzamento del sistema delle garanzie, l’investimento in ricerca e innovazione nei settori più avanzati, il riconoscimento e il supporto alle aggregazioni d’impresa e di commercio, un radicale processo di semplificazione, digitalizzazione e razionalizzazione, il sostegno all’internazionalizzazione del sistema economico e produttivo, il supporto all’imprenditoria femminile e alle start-up di giovani, la drastica riduzione del digital divide.
12. Sussidiarietà per uno Stato che non sia oppressivo
Lo Stato non deve sostituirsi alle famiglie, alle libere associazioni, al volontariato, al privato profit e non profit, ma limitarsi a difendere e sostenere il loro straordinario contributo sociale. La politica deve favorire sussidiarietà e partecipazione, la massima libertà di iniziativa di ciascuno e salvaguardare la libertà dei cittadini di scegliere l’operatore migliore da cui farsi erogare un servizio.
13. Una giustizia per il bene comune
Completare e attuare le riforme della giustizia partendo da una vera responsabilità dei magistrati e dalla separazione delle carriere. Tutto ciò deve avere due obiettivi: riformare la giustizia e contrastarne l’uso politico che rappresenta una delle più negative anomalie del sistema Italia.
14. Lotta alla mafia e impegno per la sicurezza
Proseguire il contrasto alle mafie, che negli ultimi anni ha fatto registrare risultati eccezionali, significa continuare ad aggredire le ricchezze mafiose e a trasferirle allo Stato e alle comunità, soprattutto per incrementare le risorse delle forze di polizia.
15. Cittadinanza fra identità di popolo e diritti delle persone
La cittadinanza non può più dipendere dal semplice e formale trascorrere del tempo, né venire estesa a chiunque nasca sul territorio nazionale. Il percorso verso una vera integrazione deve svilupparsi senza cedimenti al multiculturalismo, nel pieno rispetto della nostra identità di popolo e dei diritti di ogni persona, e in particolare di chi fugge da persecuzioni e cerca rifugio da noi. Massima attenzione va posta alle discriminazioni nei confronti delle donne immigrate che risiedono in Italia.
16. Italia sponda dell’Atlantico e cerniera col Mediterraneo
Le differenti “primavere arabe” hanno deluso le attese anche perché attendono risposte coerenti dall’Europa, e interpellano soprattutto l’Italia. In un quadro mondiale ancora alla ricerca di una sua definitiva stabilita, segnato dall’emersione di nuovi protagonisti, da difficili processi di transizione verso la democrazia e da minacce terroristiche mai sopite, l’Italia deve confermare al contempo la sua alleanza atlantica e la sua vocazione mediterranea, rinnovando la sua solidarietà con Israele e la contrapposizione a ogni forma di antisemitismo.