Italia scarsa sicurezza, cresce il rischio terrorismo
01 Agosto 2007
di redazione
È stata presentata stamani a Palazzo Chigi, dai servizi segreti,
la cinquantanovesima Relazione semestrale sulla politica informativa e della
sicurezza. Il paese risulta fortemente esposto al rischio terrorismo, sia sul
fronte estero che su quello interno.
Infatti, si legge nel
documento, “dopo lo smantellamento di una cellula neobrigatista (12 febbraio
2007) si continuano a seguire analoghi progetti eversivi”. E ancora: “Il numero
delle persone coinvolte anche nel fronte di sostegno e la potenziale letalità
delle armi sequestrate non possono essere sottovalutati in alcun modo”.
Da non sottovalutare neppure il rischio a cui sono esposti
ogni giorno i contingenti italiani che “ha acquisito particolare concretezza”. Ma
come si spiega nel report “la principale minaccia rappresentata da attacchi
contro il personale impegnato nelle missioni militari all’estero o che opera in
aree di crisi, ha acquisito particolare concretezza. L’attentato contro il
contingente spagnolo di Unifil 2 in Libano, richiama l’attenzione
sull’eventualità che analoghi rischi riguardino il contingente italiano”.
La minaccia jihadista “prospetta rischi accentuati anche per
il nostro Paese”. E ciò è dovuto al “suo consolidamento su base regionale,
particolarmente evidente ed insidioso nel Maghreb, ad opera della Federazione
armata di Aqmi (Al Qaida nel Maghreb islamico) sorta dalla trasformazione del
Gruppo Salafita”. Infatti in Italia si registra “un aumento dei centri di aggregazione
islamica che, pur organizzati e frequentati per la gran maggioranza da persone
che rispettano la legge, restano potenzialmente esposti ad infiltrazioni
radicali”.