Italicum, il Pd si spacca sulla parità di genere. Donne chiedono direzione nazionale
11 Marzo 2014
di redazione
Riassumendo la giornata di voto alla Camera sull’Italicum, la riforma della legge elettorale: sì all’«algoritmo» per trasformare i voti in seggi; bocciato, ma con pochi voti di scarto, l’emendamento sulle preferenze presentato dall’On. La Russa: 299 sì, 264 no e un astenuto. E ancora, le primarie non si faranno per legge. Il premier Renzi conferma "l’impegno" preso con Fi e gli alleati sulla legge elettorale, criticando la litigiosità nel Pd. Ma è stata la vicenda della parità di genere ad aprire un’altra ferita nel partito di maggioranza relativa, con Rosy Bindi che dice: "Il Pd è stato ferito dai 100 voti che sono mancati per far passare la norma antidiscriminatoria. La legge elettorale è passibile di incostituzionalità". Secondo Bindi, "il Pd ha sacrificato la fedeltà alla Costituzione e ai propri valori all’accordo con Berlusconi. Una legge elettorale che nasce su questo tradimento non può essere una buona legge". Bersani annuncia che al Senato non saranno rose e fiori e che Renzi rischia con la "Movida". Le donne del Pd hanno chiesto di convocare la direzione nazionale del partito, lo si legge in una lettera indirizzata alla vicepresidente Sandra Zampa.