Jacko. E’ mistero sulla morte. La famiglia: “Ucciso da un farmaco”

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Jacko. E’ mistero sulla morte. La famiglia: “Ucciso da un farmaco”

26 Giugno 2009

Cresce negli Stati Uniti l’attesa per conoscere i risultati dell’autopsia che sarà effettuata oggi sul corpo di Michael Jackson, dalla quale si potrà conoscere con esattezza quale sia stata la causa della morte del cantante. Il vice corner della Contesa di Los Angeles, Ed Winter, ha reso noto che i risultati definitivi dell’autopsia di Michael Jackson saranno resi noti "molto più avanti, forse tra qualche settimana". Mentre pare ormai assodato che Jackson è morto per arresto cardiaco in seguito a un infarto, iniziano a diffondersi le ipotesi su che cosa possa aver causato quell’infarto.

Molti media americani riportano oggi che Jackson si sarebbe iniettato una dose eccessiva di un farmaco sintetico chiamato "Demerol", un narcotico che avrebbe effetti simili alla morfina. Uno dei legali della famiglia, Brian Oxman, ha confermato che da tempo Jackson si sottoponeva ad un intenso trattamento farmacologico a causa di dolori legati a una vecchia caduta in un concerto che gli aveva causato la frattura di un braccio e problemi alle vertebre per affrontare al meglio le prove per i cinquanta spettacoli che lo attendevano, ma ha anche criticato le recenti prescrizioni mediche. L’avvocato ha dichiarato inoltre che il re del pop potrebbe aver abusato dei farmaci che stava assumendo in vista dei suoi concerti di Londra. Di fatto Jackson cercava con questi ultimi concerti di riuscire a far fronte a una montagna di debiti. Secondo il Wall Street Journal, infatti, il re del pop doveva ai suoi creditori una somma totale di circa 500 milioni di dollari (oltre i 350 milioni di euro).

Gli investigatori hanno reso noto di voler ascoltare il medico personale del cantante, per accertarsi se sia stato lui a prescrivere o a fare quell’ultima iniezione, e per capire se la prescrizione possa comportare qualcosa di irregolare. Secondo quanto riferito da alcuni familiari, l’iniezione sarebbe stata fatta alle 11:30. La chiamata d’emergenza alle 12:21. Jackson è stato dichiarato morto in ospedale alle 14:26, ma quando gli infermieri sono arrivati a casa il suo cuore non batteva già più.

Alcuni amici del cantante, come l’illusionista Uri Geller, hanno detto che Jackson si stava fisicamente riprendendo, e che era in pieno recupero in vista dei concerti da tenere a Londra. Altri, invece, sostengono che le condizioni di salute del cantante erano tali che non sarebbe riuscito a tornare ad esibirsi su un palcoscenico. Durissima l’accusa che l’ex manager ha lanciato contro i medici che in questi anni hanno curato il "re del pop" traendo "vantaggio dalla sua ipocondria". "Ciarlatani e criminali", così ha descritto Tarak Ben Ammar "i medici che lo hanno curato nel corso della sua carriera, che hanno distrutto il suo volto, che gli hanno dato medicine per alleviare le sue sofferenze". Ben Ammar afferma di non avere mai visto Jackson fare uso di droghe e sostiene che il cantante sia morto d’infarto "perché prendeva ogni sorta di medicina".

Nel frattempo continuano le dichiarazioni di cordoglio di star e personaggi della politica. Molti vip piangono la scomparsa di Jacko, da Liz Taylor a Madonna, a Liza Minnelli e Quincy Jones con cui conobbe la celebrità negli anni Ottanta. Nel nostro paese hanno ricordato lo storico showman Jovanotti (" Era energia pura, e l’energia si trasforma ma non muore"), Roberto Cavalli ("Mi ha sempre colpito il suo modo di vivere e guardare il mondo come un bambino, e mi mancherà questa sua prospettiva unica, magica ed innocente sulla vita. Ma resterà per sempre la sua musica, la sua capacità di dominare la scena e la sua immagine iconica che ha segnato il costume e la storia") e Laura Pausini ("La notizia ha colpito il mondo intero per quello che ha dato a tutti noi e perché, con la sua musica, ha rivoluzionato il beat, la scrittura e lo spettacolo").

Dal mondo della politica giungono alcune manifestazioni peculiari: il segretario di governo giapponese, Takeo Kawamura, ha ricordato la "straordinaria influenza" esercitata da Jackson su intere generazioni in tutto il mondo, Giappone compreso. Profonda tristezza per la dipartita del re del pop è stata espressa anche dal ministro di Affari Interni e Comunicazioni nipponico, Tsutomu Sato (57 anni), che ha confessato di essere stato un "fedele fan a partire dagli esordi con il gruppo Jackson Five".

Il primo ministro francese Francois Fillon ha espresso oggi "grande emozione" alla notizia della morte di Michael Jackson parlandone come di un "monumento": "Sono stato soprattutto un grande ammiratore del suo successo – ha detto -. Uno che ha venduto 750 milioni di album è unico nella storia della musica, nella storia del varietà, della diffusione dell’arte". "È un monumento – ha aggiunto – e provo una grande emozione come tutti". Dalla Gran Bretagna, paese dove Jacko era popolarissimo, giunge il cordoglio dello stesso premier Gordon Brown: "Una notizia molto triste per i milioni di fan di Michael Jackson in Gran Bretagna e nel mondo".