“Jobs Act” in agonia, sale la disoccupazione in Italia
09 Gennaio 2017
In Italia aumentano i disoccupati, lo dice Istat. A novembre il tasso di disoccupazione è salito di mezzo punto rispetto allo stesso mese del 2015, il dato più alto da giugno dell’anno scorso. Siamo tra i peggiori in Europa, ce la giochiamo con Grecia e Spagna, e si allarga di due punti la forbice rispetto alla media Ue. Malissimo per i giovani, il 40 per cento non trova lavoro, mentre sono stati 121 milioni i “voucher” prodotti nel 2016. Se guardiamo al trimestre settembre-novembre, il risultato generale è una sostanziale stabilità degli occupati, a dimostrazione che la spinta degli sgravi fiscali per le nuove assunzioni si è esaurita o quasi.
A pagare sono soprattutto uomini, tra 15 e 49 anni, e i lavoratori dipendenti, ma va sottolineato che anche tra le donne e gli over 50, categorie che in teoria fanno ‘meglio’ delle altre, l’aumento della occupazione è dello zero virgola. I più penalizzati in assoluto restano i giovani: nella fascia di età 15-24 anni, ovvero l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, il tasso dei senza lavoro a novembre è aumentato dell’1,8%, dal 37,6 al 39,4% negli ultimi due mesi, registrando, anche in questo caso, il picco più alto dall’ottobre 2015.
Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che nelle scorse settimane, a proposito dei giovani che scappano all’estero in cerca di lavoro, aveva detto che “certi giovani è meglio non averli tra i piedi”, adesso viene a dirci che il dato Istat sulla disoccupazione giovanile è “preoccupante”. Preoccupante è che il ministro se ne accorga solo ora, visto che almeno da un paio di giorni circolavano le stime del Centro Studi della Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, che aveva già messo abbondamentamente in guardia dalla crepuscolare situazione del mercato del lavoro in Italia.
Secondo la Cgia, il tasso di disoccupazione in Italia dovrebbe dimezzarsi da qui a 15 anni, ma se il trend è quello degli ultimi mesi, tutto fa pensare che i tempi di entrata o di “rientro” al lavoro per tanti italiani si allungheranno invece di accorciarsi. In attesa di capire quali saranno le prossime mosse del governo clone sul Lavoro, si può tranquillamente affermare che il Jobs Act, la riforma delle riforme lanciata da Matteo Renzi ricalcando toni e slogan obamiani, con l’obiettivo di rivoluzionare l’Italia, è in lenga agonia. Per qualcuno, dai banchi della opposizione, è già “morto e sepolto”.