Jonathan Krohn, un conservatore nato che deve ancora crescere
09 Marzo 2009
Eravamo abituati ai ragazzi prodigio che fanno notizia per geniali esecuzioni musicali o cervellotici calcoli matematici, ma adesso ci sono anche quelli che fanno politica. Lui si chiama Jonathan Krohn, ha 14 anni, e si è guadagnato due minuti di celebrità parlando al Conservative Political Action Committee (CPAC), la conferenza annuale del movimento conservatore americano.
Ha detto che durante l’ultima campagna elettorale si è parlato fin troppo di conservatori e socialisti, ma in realtà nessuno si è chiesto quale sia la vera natura del conservatorismo americano. Che secondo Jonathan non è una semplice piattaforma politica o un’ideologia dai tratti più o meno romantici, quanto una questione di principi. E sono quattro i pilastri del "suo" movimento: il rispetto della Costituzione, la difesa della vita, lo stato minimo, la responsabilità personale.
Sua madre è un ex attrice che ha insegnato teatro e a quanto pare la lezione materna (Jonathan è un homeschooler, un ragazzo che ha studiato in famiglia) ha dato i suoi frutti: come dimostra il video che vi proponiamo, il giovane Krohn sembra avere i tempi e i vezzi tipici di un attore consumato – capace di essere serio ma non serioso. Per questo, dopo il discorso al CPAC è stato un profluvio di interviste in radio e tv, da Fox News all’autorevole sito liberal Huffington Post. Quanto sia effimero il destino di un quattordicenne in balia dell’industria mediatica lo diranno i posteri.
Qualche osservatore liberal con la puzza sotto il naso ha definito Jonathan “un fascistello” solo perché è già perfettamente incravattato e non usa il solito linguaggio dolcificato con cui siamo abituati a rappresentare i ragazzini della sua età. L’accusa rivolta al Gop è di aver manipolato una piccola mente indifesa per creare un personaggio mediatico destinato a prendere il posto della Palin o di Bobby Jindal in un futuro non troppo remoto. Evidentemente i teenager in maglietta e pantaloncini che marciano cantando slogan pro-Obama sono perfettamente normali, anzi, sono un esempio di grande patriottismo; mentre Jonathan è un nazista in miniatura oltre che un attentato alla democrazia, solo perché voterà repubblicano.
Se mai, qualche dubbio viene leggendo l’opera prima di Jonathan, Define Conservatism: For Past, Present, and Future Generations. Un volumetto di un’ottantina di pagine che, a vedere la copertina – con una bella foto del Congresso –, sembrerebbe una di quelle tipiche pubblicazioni universitarie. Poi però dai uno sguardo alla quarta ed ecco la sorpresa: l’autore del saggio ha vinto il premio per “Il più talentuoso ragazzo di Atlanta” ed è in pole position per guadagnarsi una parte nello spettacolo di Mary Poppins a Broadway.
Il problema è che l’esordio letterario di Jonathan non è all’altezza della sua verve da palcoscenico. Non si tratta semplicemente di un libro infarcito di refusi ma di una lettura piena di affermazioni superficiali e un po’ imbarazzanti – come ha fatto notare perfidamente un recensore dello Spectator (l’edizione americana).
Insomma, niente di prodigioso. Se mai un po’ noioso. E’ vero che a volte ci sono giovani e giovanissimi destinati a lasciare un segno di grandezza completamente inaspettato ma il libello di Jonathan non è uno di questi casi. Contiene tesi storiche perlomeno discutibili (Jefferson ed Hamilton vengono considerati, tout court, due padri del movimento conservatore) e un eccesso di partigianeria repubblicana, nonostante il giovane Krohn ci tenga a precisare che il partito è solo un contenitore e ciò che conta sono gli ideali conservatori.
Insomma, Jonathan sarà anche la Shirley Temple del Gop ma per rendere onore alla Right Nation non basta un discorsetto di un paio di minuti . Quindi, prima di salutarlo con una standing ovation, aspettiamo che il “ragazzo conservatore” sia cresciuto almeno un po’.