Kabobo, dopo il triplice omicidio tenta di strangolare il compagno di cella

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Kabobo, dopo il triplice omicidio tenta di strangolare il compagno di cella

13 Novembre 2013

Adam Kabobo, il ghanese che lo scorso 11 maggio ha ucciso a colpi di piccone tre passanti a Milano, ha tentato di strangolare il suo compagno di cella alcuni giorni fa nel carcere milanese di San Vittore. Da quanto si è saputo, Kabobo, così come era accaduto dopo gli omicidi nel quartiere Niguarda, avrebbe detto di aver sentito delle “voci, anche di Dio”. Il compagno di cella del ghanese è stato salvato dall’immediato intervento della polizia penitenziaria e se l’è cavata con qualche ferita. Per l’avvocato Benedetto Ciccarone, che difende il ghanese assieme al legale Francesca Colasuonno: “è una cosa molto strana e grave che un detenuto come Kabobo, con seri problemi psichiatrici e che sta seguendo delle terapie, venga messo nella stessa cella con un’altra persona”. Ora l’uomo è in cella di isolamento e viene sorvegliato 24 ore su 24. La perizia psichiatrica, disposta dal gup di Milano Andrea Ghinetti, aveva stabilito nelle scorse settimane che Kabobo al momento del triplice omicidio aveva una “capacità di intendere grandemente scemata ma non totalmente assente”. Il ghanese aveva spiegato ai periti durante il colloquio “Queste voci mi dicevano che la popolazione africana, la parte del nord anche loro stavano uccidendo le persone a picconi quindi mi sono sentito anch’io di fare la stessa cosa. Le voci mi dicono che io sono il creatore del mondo… che… venendo qui in Italia avrei sofferto di più e avrei capito che io sono veramente il creatore del mondo”.