“Kamikaze vittima”, grillina choc su Nassiriya. Ma è il solito perdonismo
13 Novembre 2013
di Ronin
Emanuela Corda, deputata di M5S, ricorda la strage dei soldati italiani a Nassiriya. "Tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti in quell’attacco kamikaze, e oggi siamo vicini ai loro familiari; a volte ricordiamo anche i 9 iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso". Dice, e fin qui niente di male. A Nassiriya l’Italia perse la sua innocenza. Con il sacrificio dei nostri militari capimmo quali erano i costi della guerra al terrorismo. Come pure è necessario ricordare i tanti iracheni che si sono battuti e sono morti per liberare il proprio Paese dalla dittatura di Saddam Hussein.
Ma la Corda va oltre e aggiunge: "Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perchè anch’egli fu vittima oltre che carnefice". E ancora, "Un’ideologia criminale lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico, e lo aveva mandato a morire, e non è escluso che quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame e dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari, che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro".
Questa comprensione per i martiri della Jihad, sinceramente, i grillini potevano risparmiarcela. Fare della ideologia islamista una subordinata della "fame e della miseria" significa sottovalutare l’odio che muove i nemici della libertà e della democrazia nel mondo arabo e musulmano, che sono anche i nemici dell’Occidente. Ma soprattutto vuol dire negare la responsabilità personale degli assassini. Un perdonismo che in Italia ha radici antiche. C’è una bella differenza tra i giovani che si sono dati fuoco in Tunisia per protestare contro disoccupazione e povertà e chi si imbottisce di esplosivo ammazzando senza pietà. Chi ha combattuto ed è morto, in Iraq come in Afghanistan, per difendere la libertà, questa differenza la conosceva.